Dopo il coronavirus a Mendrisio serve concretezza a 11 anni dalla petizione per salvare quel polmone verde in centro città
Devo dare ragione a Guccini quando sostiene che dopo la pandemia del coronavirus cambierà poco. L’essere umano, dice Guccini, dimenticherà presto quanto avvenuto riprendendo le vecchie abitudini. Dico questo perché secondo me i tanti proclami di cambiamento resteranno in gran parte lettera morta.
Per quanto riguarda Mendrisio c’è chi pensa a riorganizzazioni o cambiamenti importanti della modalità di vivere e dei trasporti. Io, da non politico, mi accontenterei di vedere finalmente concretizzato, a breve, l'ormai mitico Parco di Villa Argentina. È incredibile come siano trascorsi 11 anni dalla raccolta di quasi 3'000 firme e siamo ancora in una situazione di stallo e incertezza. A quei tempi, seppur avevo firmato quella petizione, ero tra quelli tiepidi; nel senso che ero portato a dare più importanza al verde circostante sia sul Monte generoso, con la Valle di Muggio, ma anche la Montagna con il San Giorgio.
Ora a distanza di anni devo ricredermi, nel senso che avevo purtroppo torto. Non immaginavo, infatti, un aumento tanto importante del traffico e soprattutto una cementificazione tanto desolante a Mendrisio, per la quale la politica si dice impotente. Non ci credo, si può sempre fare qualcosa, basta volerlo. Intanto, ci troviamo con un territorio doppiamente deturpato: dico doppiamente perché non solo vi sono tanti palazzi che hanno occupato giardini, spazi verdi, vecchie ville, ma anche e soprattutto perché questi palazzi resteranno ampiamente vuoti.
Si parla di circa 1'500 appartamenti sfitti a Mendrisio se si considerano le costruzioni in corso. Una follia per una "città" che vorrebbe essere a misura d’uomo, nel senso di essere umano, proprio perché sono gli stessi esseri umani a mancare. Quindi, il mio modesto desiderio, dopo il dramma del coronavirus, è che finalmente possiamo giungere a ultimare il Parco di villa Argentina nella sua dimensione più ampia. Portiamo avanti obiettivi anche piccoli, ma concreti e facciamo di tutto per realizzarli e lasciamo i proclami ai futurologi e ai politici.