Il dibattito

Pandemia: una sfida per la sanità e la ricerca biomedica in Ticino

Solo uno screening sistematico con i tamponi, la misurazione degli anticorpi nel sangue, l’app StopCovid19 per tracciare i contagi, nuovi medicamenti antivirali efficaci e il vaccino, saranno in grado debellare il coronavirus

16 aprile 2020
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La pandemia Covid 19 era annunciata da tempo e si è rivelata una catastrofe senza precedenti per l’umanità. Taiwan e Corea del Sud sono state meno colpite perché, forti dell’esperienza della SARS, hanno effettuato moltissimi tamponi, usato massicciamente le mascherine e hanno sorvegliato i movimenti delle persone grazie alla tracciabilità sul territorio con delle app. Al momento la Corea del Sud ha realizzato intorno a 431 mila test, circa uno ogni cento abitanti. I paesi occidentali hanno maggiormente adottato la strategia del confinamento. L’uscita dall’isolamento si annuncia però problematica. Il mantenimento della distanza sociale, l’igiene accurata delle mani e l’uso finora contraddittorio di mascherine non offrono una sicurezza sufficiente. L’immunizzazione collettiva, la cosiddetta immunità di gregge, richiederebbe un sacrificio troppo alto di vittime.

Solo uno screening sistematico con i tamponi, la misurazione degli anticorpi nel sangue, l’app StopCovid19 per tracciare i contagi, nuovi medicamenti antivirali efficaci e il vaccino, che si preannuncia ancora piuttosto lontano, saranno in grado di debellare il coronavirus. La sanità e, in particolare il sistema ospedaliero ticinese, hanno reagito bene alla situazione. Sono state create velocemente due strutture di degenza e di cure intensive, presso l’Ospedale La Carità e la Clinica di Moncucco, dedicate esclusivamente alla cura di pazienti affetti da Covid19 e dotate di un sufficiente numero di respiratori. Ciò è stato possibile anche grazie all’apporto fondamentale degli operatori frontalieri, che nel settore sanitario ticinese sono circa 4200 (numero che comprende anche collaboratori in case per anziani e nell’assistenza sociale non residenziale). Dobbiamo ricordarlo fermamente a coloro che hanno sempre invocato lo slogan “prima i nostri”. Durante queste settimane cruciali medici, infermiere, infermieri, personale sanitario di supporto, servizi di ambulanza, sono diventati esempi di abnegazione e coraggio. Non ce ne dimenticheremo. Per il futuro, e sino al 2030 mancheranno però in Svizzera 30.000 infermiere/i e quindi una parte anche in Ticino. Compito di Confederazione e dei Cantoni, compreso il nostro, sarà quello di incrementare e migliorare la formazione di personale infermieristico e di aumentarne i salari in modo consistente. L’Associazione Svizzera delle infermiere (ASI) ha lanciato un’iniziativa parlamentare in questo senso, che è ora all’esame del Parlamento. Anche il numero di medici laureati in Svizzera è insufficiente. Le cinque Facoltà di medicina diplomano annualmente 800-1’000 nuovi medici. Per coprire il fabbisogno futuro ne saranno necessari quasi il doppio. In autunno la Facoltà di Biomedicina dell’Università della Svizzera Italiana (USI) inizierà il master di formazione clinica della durata di 3 anni e con 70 studenti all’anno, contribuendo almeno parzialmente a migliorare la situazione.

Nel Polo biomedico di Bellinzona, con oltre 300 collaboratori, l’IRB (Istituto di Ricerca in Biomedicina) e lo IOR (Istituto Oncologico di Ricerca), sono anch’essi attivi nella sfida al Covid19. All’IRB si stanno ricercando anticorpi monoclonali contro il coronavirus. Allo IOR sono in corso studi per chiarire la apparente maggiore morbilità e mortalità degli uomini in questa patologia rispetto alle donne e come proteggerli. I due istituti, affiliati all’USI, sono finanziati da Cantone, Città di Bellinzona, Confederazione, tramite il Fondo nazionale, Fondi europei e Fondazioni private.

La crisi ecologica e climatica del pianeta ci fa temere purtroppo pandemie future. Combattere “il cigno nero” nel prossimo futuro con le mascherine equivale a trattare il sintomo e non la sua causa. Questa pandemia e quelle probabili del futuro devono costringerci a ripensare i vari aspetti del sistema sanitario. In particolare il potenziamento di strutture ospedaliere e di reparti di cure intensive, così come una maggior formazione e dotazione di personale medico e infermieristico. E naturalmente il rafforzamento e il consolidamento della ricerca biomedica. Per mantenere e potenziare tutto ciò sono indispensabili sostanziali aumenti nei finanziamenti, in particolare da parte del Cantone.