Arbedo-Castione è allo stesso tempo esempio e precursore di quelle fusioni oggi tanto attuali. L’unione tra i due villaggi di Arbedo e Castione avvenne nel lontano 1820 e fu fonte di aspre dispute tra Arbedo e Lumino. Dopo oltre 40 anni di lotte, nel 1863 Arbedo, Castione e Lumino decidono “che la pace è necessaria” e i relativi confini vengono definitivamente fissati.
Oggi Arbedo-Castione è un Comune che si pone alla confluenza di due vallate che sono anche importanti vie di comunicazione, dispone di buone infrastrutture, i servizi sono ottimi e la qualità di vita apprezzabile.
Il potenziale non è però esaurito. La zona artigianale-industriale di Castione è lungi dall’essere valorizzata appieno, boschi e natura hanno ancora molto da offrire, tante iniziative potrebbero ergere Arbedo-Castione a modello.
Il Comune deve insistere in questo processo di miglioramento continuo e vagliare nuove opportunità di sviluppo che possano portare il proprio nome ancora più in alto.
La progettualità, le iniziative, le visioni, devono fare coppia con apertura, futuro, risorse locali, collaborazione per avere in casa grande valore tecnologico, economico e umano.
Uno dei temi caldi del nostro futuro è indissolubilmente legato al tema climatico, allo sfruttamento delle risorse, alla gestione dei consumi energetici.
La transizione verso un’economia più sostenibile e indipendente non significa fare solo sacrifici, ma anche portare a compimento progetti che sappiano coerentemente valorizzare questi principi che tutti condividono.
Arbedo-Castione non ha pozzi di petrolio, giacimenti di gas naturale, né centrali atomiche o sbarramenti idroelettrici. Però i tre quarti della sua superficie sono coperti di boschi, taluni molto discosti, altri ricchi di pregiato legname da costruzione, altri ancora pregiata fonte di energia.
Oggigiorno, soprattutto in Ticino, siamo ben lungi dall’aver attinto dal potenziale (energetico) dei boschi. Pensiamo che l’accrescimento annuo supera i 600’000 m3. Di questi ne vengono tagliati ed esboscati solo un sesto. I restanti 500’000 m3 si traducono in un costante aumento della superficie boschiva, un invecchiamento e “appesantimento” dei versanti. Se da una parte questo è un processo che prima o dopo trova il suo equilibrio, quando parliamo di boschi di protezione l’approccio deve per forza essere un altro.
Ricordiamo che nel primo dopoguerra in Ticino si tagliavano quasi 250’000 m3. Se allora questo sfruttamento faceva il paio con un’economia povera e che stava uscendo da momenti molto difficili, ci rendiamo conto che nella moderna società più o meno benestante, la risorsa legno diventa, come abbiamo scritto sopra, una grande opportunità.
Con la tecnologia moderna la biomassa è utile non solo a produrre calore, ma anche pregiata energia elettrica.
Adesso bisogna avere il coraggio di osare. Arbedo-Castione merita, come lo è stato nella storia nel campo delle fusioni, di essere il primo Comune in Ticino a fregiarsi di essere già nel futuro!