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A noi, non piace caldo!

I nostri paesaggi verdi e ricchi di boschi traggono in inganno. Si potrebbe immaginare che la natura qui da noi sia in salute. Ed è questo che dicono i sondaggi: la metà delle svizzere e degli svizzeri ha un’immagine positiva dello stato della biodiversità nel nostro Paese. I dati scientifici attestano invece che un terzo delle specie e metà degli ambienti sono in grave pericolo. Le cause? Espansione delle aree urbane e infrastrutture, distruzione e frammentazione degli habitat e inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria. A tutto ciò si aggiunge la crisi climatica, che agisce come una sorta di acceleratore dell’estinzione delle specie perché modifica lo sviluppo, la ripartizione e la composizione delle specie che ci circondano.
Pensiamo a cosa accade a noi quando abbiamo la febbre: sono solo due o tre gradi ma bastano per mandare tutto in tilt, niente funziona più come prima e stiamo male. Concretamente questo avviene anche per animali e piante che, negli anni, vanno sempre più in alto alla ricerca di fresco. Ma anche per pesci che non riescono a riprodursi perché l’acqua è troppo calda, boschi che rinsecchiscono, pollini che diventano sterili, uccelli che sbagliano rotte migratorie o non migrano neanche più. Fauna e flora esotica che si espandono occupando aree sempre più grandi e mettendo in pericolo diverse specie locali. Certo, si sa: la natura si adatta, è flessibile e resiliente ma questo è vero solo e unicamente finché è ben diversificata, ovvero quando la sua biodiversità è preservata. Immaginate la natura come uno di quei giochi in cui dei cubetti di legno vengono impilati l’uno sull’altro formando una torre. Man mano che togliamo i legnetti la torre diventa sempre più instabile finché crolla. Figuriamoci se ci aggiungiamo tempeste o venti o grandine o se i cubetti di legno son così secchi che cambiano forma.
Gli sfasamenti in corso indeboliscono il nostro sistema natura, lo rendono vulnerabile e a rischio. Per esempio: fiori che nascono in anticipo, quando gli insetti non sono ancora attivi (= niente frutta) o alberi che muoiono di sete o freddo e non svolgono più il loro compito di purificatori di aria e acqua, accumulatori di CO2, e sostenitori di dirupi. I cambiamenti climatici continuano a ritmo serrato, alcune specie si adattano ma molte, quelle più fragili, scompaiono.
La buona notizia è che essendo la crisi della biodiversità e quella climatica due facce di una stessa medaglia anche le soluzioni sono intimamente legate, spesso sono proprio le stesse. Dobbiamo agire ora, prima che sia troppo tardi, e se prendiamo ispirazione dalla natura possiamo adattarci, essere flessibili e trovare soluzioni pragmatiche per ritrovare quell’equilibrio funzionale che rende il sistema forte.
Il 22 ottobre hai l’occasione di eleggere le persone che ti rappresenteranno a livello federale per i prossimi quattro anni. Se vuoi sostenere la natura, la biodiversità, la vita: vota lista 26.