È interessante osservare, dal mio privilegiato ruolo di candidata per il Consiglio di Stato, come a fronte di un record di candidature e liste presentate vi sia un certo scollamento con il paese reale. Non stiamo più vivendo le campagne degli anni precedenti la pandemia, con comizi elettorali praticamente in ogni sezione di partito che fungevano da termometro ideale per tastare il polso alla gente, ma basta dare un’occhiata ai like sui social media così tanto ricercati in queste settimane per capire che qualcosa non va. Spero che con l’arrivo del materiale di voto nelle case dei ticinesi si riesca a stimolare il voto della nostra eterogenea popolazione. Mi sono chiesta come poter parlare alla gente comune evitando inutili esercizi di arrampicata su temi tecnici a me sconosciuti. Ho deciso di portare sulla lista del Centro il mio bagaglio umano e professionale con l’importantissima esperienza della cosa pubblica vissuta a Lugano tra Presidenza della sezione del Ppd e 8 anni in Consiglio comunale. Sono stati anni dove ho messo in pratica l’ascolto, la conoscenza dei dossier, la condivisione di progetti a favore della popolazione e del territorio (una su tutte la battaglia vinta sulla riqualifica della Foce del Cassarate, luogo a me estremamente caro) e l’arte del compromesso. Contemporaneamente ho avuto la fortuna di formare una famiglia e di svolgere una professione che mi mette a contatto quotidianamente con il mondo della terza e quarta età. Questi due legami tra generazioni, quella dei miei genitori e dei miei figli, mi permettono di esprimere una credibile fiducia verso il Ticino che verrà. Fiducia nelle giovani generazioni, uscite molto turbate dal periodo di Covid-19, con l’insegnamento a distanza e un confinamento sociale che le ha private di vita sociale, sport e divertimento, rendendole fragili. È bello oggi vedere con quanto entusiasmo tornano a cercare spazi e opportunità per esprimere la loro voglia di stare assieme. A Lugano il successo del progetto Tour Vagabonde è la dimostrazione che con regole di buon vicinato si possano trovare forme di cultura alternativa. Un modello che auspico si possa replicare anche negli altri centri del Cantone. Fiducia negli anziani che sono un valore inestimabile per la nostra società: hanno contribuito alla crescita del nostro tessuto economico e molti ancora oggi in splendida salute sono attivi nelle associazioni, nel volontariato e nella cura dei propri nipoti. Smettiamo di pensare a loro in relazione ai costi della salute ma valorizziamoli sempre nel nostro vivere quotidiano. Loro ci chiedono semplicemente di fare, di dare risposte ai problemi di tutti i giorni e auspico che coloro che avranno il privilegio di sedere in Consiglio di Stato e in Gran Consiglio dopo il 2 aprile trovino delle ampie alleanze per traghettare il nostro Cantone fuori da queste tribolatissime acque post-pandemiche infarcite di perdita del potere d’acquisto e preoccupazione per il mercato del lavoro.