La totalità delle acque di scarico non inquinate che giungono nelle canalizzazioni di acque luride nei giorni senza precipitazioni, è la definizione di acqua chiara parassitaria.
Le origini degli afflussi di acque chiare inutili sono molteplici.
In molti casi sono da addebitare alla mancanza delle necessarie condotte che permettono di convogliare l’acqua pulita separatamente con scarico diretto nel ricettore più vicino. Afflussi di acque chiare parassitarie potrebbero essere ricondotti in parte ad allacciamenti errati di condotte di acqua non inquinata alla rete delle canalizzazioni.
Gli scarichi delle fontane pubbliche o private, delle pompe di calore, di troppo pieno di camere di captazione e di serbatoi sono possibili fonti di acque chiare convogliate in un impianto di depurazione (Ida).
L’idea abbastanza diffusa che le acque chiare siano utili per il risciacquo dei depositi nelle canalizzazioni di acque luride è oggigiorno ormai superata.
La legge sulla protezione delle acque prescrive che le acque non inquinate con afflusso permanente non possono essere introdotte verso un Ida.
L’introduzione di acqua pulita nella canalizzazione ha numerosi effetti negativi.
L’acqua originariamente pulita viene inutilmente sporcata quando si mescola con le acque di scarico.
Le acque chiare abbassano la temperatura dell’acqua di scarico, a causa di ciò i processi biologici all’interno dell’impianto di depurazione possono venir rallentati.
Bisogna tener in considerazione che a causa dell’aumento della quantità di acqua da depurare, i costi aziendali dell’Ida e delle stazioni di pompaggio salgono sensibilmente.
Nel caso specifico, questi costi vanno ripartiti sui Comuni consorziati nel Consorzio depurazione acque del Verbano (Cdv), del quale faccio parte in qualità di membro della delegazione, ciò significa che i 22 Comuni si trovano ad affrontare maggiori costi.
Lo scopo principale del Cdv è quello di raccogliere, convogliare e trattare le acque luride e industriali della zona. Ciò avviene attraverso una successione di trattamenti fisici e biologici che consentono di rimuovere dall’acqua reflua tutte le sostanze indesiderate.
Gli interventi da eseguire per ridurre gli afflussi di acque chiare sono di diversi tipi e sono di competenza del Consorzio, dei Comuni, ma pure dei singoli privati proprietari di abitazioni e fondi. In alcuni casi risultano di semplice attuazione posando le necessarie condotte o riparando quelle danneggiate.
Ma il compito più importante lo hanno i Comuni, che al momento della progettazione e dell’esecuzione dei piani generali di smaltimento delle acque (Pgs) devono tener in considerazione la separazione delle acque pulite dalle acque luride.
Pensiamo al territorio servito dal Cdv che presenta una grande diversità e ricchezza di paesaggi. Si estende dal Piano di Magadino e le due sponde del Verbano fino alla Valmaggia, parte delle Centovalli e alle Terre di Pedemonte. In uscita dagli Ida le acque depurate dal Cdv confluiscono nel lago Verbano, un bacino di grande importanza internazionale. Le sue acque vengono prelevate in molti punti per essere utilizzate come fonte per l’acqua potabile o a scopo agricolo. La tutela dell’ambiente, del territorio e della natura, sono aspetti centrali contro le cause del loro deterioramento, e tutti noi possiamo dare il nostro contributo, facendo buon uso delle risorse naturali, per non compromettere lo sviluppo delle generazioni future.