La Corte costituzionale conferma la mozione di impeachment per la dichiarazione di legge marziale
Yoon Suk-yeol è stato estromesso dalla presidenza della Repubblica di Corea in via definitiva. La Corte costituzionale ha confermato la mozione di impeachment votata dal parlamento di Seul due settimane dopo la sua maldestra dichiarazione di legge marziale del 3 dicembre scorso, che gli otto giudici hanno ritenuto con giudizio unanime una negazione della democrazia.
Un giudizio che adesso spiana la strada a nuove elezioni presidenziali da tenere entro 60 giorni, forse il 3 giugno, in un clima infuocato.
L'ex potente procuratore capo nazionale è diventato il secondo presidente della Corea del Sud conservatore a essere rimosso dall'incarico tramite impeachment, dopo la vicenda di corruzione che travolse Park Geun-hye nel 2017. La sentenza, pronunciata tra strettissime misure di sicurezza, era attesa con ansia sia dagli oppositori sia dai sostenitori di Yoon dopo l'udienza finale del procedimento tenuta a febbraio. Il capo ad interim della Corte, Moon Hyung-bae, ha affermato che "la dichiarazione di legge marziale ha violato i requisiti sostanziali" per un decreto di emergenza. "La situazione al parlamento (nel controllo delle forze di opposizione guidate dal Partito Democratico, ndr) non può quindi giustificare l'esercizio del potere per un'emergenza", ha aggiunto Moon, durante la lettura del dispositivo trasmessa in una diretta tv che ha tenuto il Paese con il fiato sospeso.
Yoon "ha negato i principi di sovranità popolare e democrazia" anche schierando soldati e polizia per ostacolare "l'esercizio dell'autorità costituzionale" da parte del parlamento. Che tenne la sua sessione notturna d'emergenza sul decreto di legge marziale in un clima drammatico e da colpo di Stato: la sua bocciatura spinse poi Yoon a tornare sui suoi passi, lasciando il Paese nella peggiore crisi politica e istituzionale degli ultimi 40 anni. "Gli atti dell'imputato hanno rappresentato un tradimento della fiducia accordatagli come presidente dal popolo - ha rincarato Moon -. Dichiarando lo stato di legge marziale in violazione della Costituzione e della legge, l'imputato ha rilanciato la storia di abuso dei poteri di emergenza, sconvolgendo l'opinione pubblica e causando caos in tutti i settori".
Yoon, nella sua memoria difensiva, aveva motivato la mossa, che ha rimandato agli anni più bui e drammatici del Paese dopo la Guerra di Corea (1950-53), come "misura ragionevole" vista la paralisi del parlamento alla sua azione di governo tra bocciature di provvedimenti, mozioni di impeachment contro funzionari della sua amministrazione e tagli alla spesa pubblica. Yoon, che non si è presentato in aula, ha rilasciato un messaggio tramite il suo team legale, dicendo di essere "molto dispiaciuto per non aver soddisfatto le aspettative del pubblico. È stato un onore grandissimo servire la Repubblica di Corea. Sono profondamente grato a tutti voi che mi avete sostenuto e incoraggiato, malgrado le mie numerose mancanze".
Il premier e presidente ad interim Han Duck Soo, sopravvissuto a fine marzo al giudizio di messa in stato d'accusa sul presunto via libera tacito ai piani di Yoon, ha assicurato che rispetterà durante la transizione "la Costituzione e la legge". Il leader del Partito Democratico Lee Jae-myung, sconfitto di misura da Yoon alle presidenziale del 2022, vede la sua rivincita: è il candidato favorito alle prossime elezioni. "Ci impegneremo per ripristinare i mezzi di sostentamento, la pace, l'economia e la democrazia che sono stati danneggiati" dal caos, ha commentato a caldo Lee. I media locali hanno riferito che il ministro del Lavoro Kim Moon-soo, il sindaco di Seul Oh Se-hoon e l'ex leader del People Power Party, il partito di Yoon, Han Dong-hoon potrebbero entrare in gara. Il presidente deposto dovrà invece difendersi dalle accuse di insurrezione e abuso di potere. La prima udienza del processo si terrà il 14 aprile. Una nemesi per l'ex procuratore di 64 anni, che ha costruito le sue fortune politiche sulla fama di inattaccabile difensore della legalità.