L'Australia, come l'Europa, si prepara a incorrere in un nuovo round di dazi Usa sulle sue esportazioni, a partire da 7 miliardi di dollari di prodotti agricoli. Intanto il governo laburista di Anthony Albanese ha respinto le nuove richieste del presidente americano Donald Trump di tagliare i sussidi alle esportazioni farmaceutiche e di indebolire le norme di biosicurezza.
Gli agricoltori australiani hanno appreso dell'imminente introduzione di dazi del 10% o più su carne bovina e altri prodotti, dopo che i colloqui tra Canberra e l'amministrazione Trump hanno raggiunto un'impasse che annulla le prospettive di esenzioni per l'Australia.
Come riportano i quotidiani di oggi, Albanese ha escluso ogni accordo con Trump di modifiche alla politica domestica in risposta ai reclami Usa, che includono affermazioni secondo cui gli esportatori americani non possono spedire prodotti alimentari in Australia a causa di controlli di biosicurezza su carne di maiale e altri prodotti.
"È fuori questione. Il nostro sistema di biosicurezza è essenziale", ha detto. Il leader dell'opposizione conservatrice Peter Dutton ha sostenuto il governo riguardo alla disputa commerciale, esortando a con accettare compromessi su questioni di importanza nazionale.
Il governo di Canberra nega ogni trattamento ingiusto di compagnie americane nei tre accordi bilaterali confermati questa settimana nel rapporto dello Us Trade Representative e si aspetta che il prossimo round di tariffe si applicherà alla maggioranza dei paesi e delle industrie, senza esenzioni per l'Australia. L'amministrazione Trump ha tuttavia confermato le sue obiezioni verso Canberra presentando una revisione commerciale formale che elenca preoccupazioni in materia di biosicurezza, dello schema di sussidio sui prodotti farmaceutici Pharmaceutical Beneftis Scheme e del supporto per l'editoria minore, con il News Media Bargaining Incentive.