Risposta alle pressioni cinesi e alle provocazioni della zona grigia
Taiwan ha avviato una serie di esercitazioni di "prontezza al combattimento" in risposta alle crescenti pressioni militari da parte di Pechino e alle cosiddette "provocazioni della zona grigia" dell'Esercito popolare di liberazione cinese. Le manovre, iniziate lunedì, si concluderanno venerdì 21 marzo.
Il ministro della Difesa, Wellington Koo, ha riferito che le esercitazioni cinesi di lunedì hanno visto un "dispiegamento su larga scala di forze aeree e navali cinesi" che si sono avvicinate alla linea delle 24 miglia nautiche di Taiwan. Queste attività, sebbene simili ai pattugliamenti settimanali, hanno assunto un profilo insolito.
Secondo Koo, le navi da guerra cinesi sono rimaste nella zona dopo le esercitazioni del mattino, mentre altri aerei da guerra sono entrati nell'Adiz (zona di identificazione di difesa aerea) di Taiwan nel pomeriggio. Il ministro ha sottolineato che la Cina sta cercando di aumentare le tensioni nello Stretto di Taiwan.
Le "tattiche della zona grigia" si riferiscono a operazioni che non costituiscono un conflitto aperto, ma che includono pressioni militari, attacchi informatici e coercizione economica, con l'obiettivo di minare le difese senza scatenare una guerra su vasta scala.
Le esercitazioni militari di Taipei si svolgono in tutta l'isola per contrastare tali minacce. Il ministro ha spiegato che queste manovre sono state pianificate per migliorare la capacità di risposta dell'isola alle provocazioni dell'Esercito popolare di liberazione.
Le esercitazioni comprendono la protezione di porti e aeroporti nelle aree urbane di Taiwan e di importanti roccaforti su isole periferiche, con "adattamenti in tempo reale" per consentire alle truppe di perfezionare le strategie in risposta alle minacce in evoluzione, come i pattugliamenti di combattimento cinesi.