Secondo un’inchiesta della Commissione bilancio del Senato degli Stati Uniti, Credit Suisse (Cs) avrebbe nascosto informazioni sui conti bancari appartenuti a nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Decine di migliaia di documenti scoperti in seguito all’indagine della commissione forniscono nuove prove sull’esistenza di conti collegati ai nazisti finora sconosciuti o parzialmente noti”, ha indicato sabato la commissione in un comunicato. “La banca non ne ha rivelato l’esistenza nelle indagini precedenti”, svolte in particolare negli anni Novanta. L’annuncio segue le conclusioni dell’ex procuratore Neil Barofsky, nominato mediatore a Cs nel 2021. Barofsky è stato congedato da Credit Suisse nel 2022 dopo che la banca “ha fatto pressione su di lui affinché limitasse le sue indagini”, afferma la commissione senatoriale. Era stato reintegrato nel 2023, dopo che Cs è stata acquisita da Ubs. Secondo The Wall Street Journal, la squadra di Barofsky ha scoperto documenti che identificavano altri clienti con legami con i nazisti, tra cui un conto controllato da ufficiali di alto rango delle SS.
L’indagine della commissione del Senato è in corso. Nel 1998, le banche svizzere avevano accettato di indennizzare per 1,25 miliardi di dollari (1,14 miliardi di franchi al cambio attuale) gli ebrei derubati dai nazisti. ATS/RED