Estero

Bombe e morti a Gaza. L’Onu denuncia: ‘è l’ora più buia’

L’esercito israeliano assedia un ospedale nel nord della Striscia. In Libano uccisi tre giornalisti

A Gaza non c’è fino allo strazio
(Keystone)
25 ottobre 2024
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Decine di morti, un ospedale sotto assedio, una pioggia di bombe e combattimenti senza sosta. In una Gaza in fiamme da oltre un anno, le cronache quotidiane di guerra raccontano di una situazione in continuo peggioramento. Soprattutto nel nord della Striscia, che sta vivendo "il momento più buio", ha avvertito l'Onu, evocando "crimini atroci" da parte degli israeliani. In quest'area la situazione è diventata incandescente a Beit Lahia, dove l'Idf si è messa a caccia di miliziani nell'ospedale di Kamal Adwan, tenendo intrappolate centinaia di pazienti. Da altre città dell'enclave sono arrivate notizie altrettanto drammatiche su due nuove stragi, una che avrebbe coinvolto degli sfollati in attesa degli aiuti. E non va diversamente sul fronte libanese, con tre giornalisti tra le vittime dei raid israeliani.

Due conflitti, con Hamas ed Hezbollah, che costringono anche lo Stato ebraico a contare le sue vittime, sia tra i militari che tra i civili. "La nostra missione non è ancora finita", aveva avvertito Benjamin Netanyahu nel giorno dell'uccisione di Yahya Sinwar, il 17 ottobre scorso. E già una settimana prima l'esercito israeliano schierato a Gaza aveva intensificato le sue operazioni nel nord, intorno a Jabalya, che ospita un campo profughi considerato una base dei miliziani.

Lì, secondo Al Jazeera, l'Idf avrebbe compiuto un "massacro" radendo al suolo almeno 10 edifici residenziali e provocando 150 tra morti e feriti. Poco lontano, a Beit Lahia, le truppe di Tsahal hanno fatto irruzione nell'ospedale Kamal Adwan, in seguito a "informazioni di intelligence su terroristi e infrastrutture con armi nella zona". Secondo i media palestinesi, sono scattati arresti di massa e i circa 200 pazienti sono stati costretti a spostarsi in cortile. Più tardi l'Oms ha reso noto di aver perso i contatti con il personale che opera nella struttura, l'unica ancora funzionante nella zona. Tre i morti denunciati dall'Idf tra le sue file in seguito ai combattimenti con il nemico.

A Gaza City la difesa civile ha annunciato di aver contato 12 morti e diversi feriti in seguito ad un attacco con droni che avrebbe preso di mira un veicolo e un gruppo di persone in cerca di beni di prima necessità. Più a sud, a Khan Younis, i raid israeliani hanno colpito diverse strutture residenziali: almeno 38 vittime, tra cui 14 bambini, il bilancio fornito da fonti mediche locali. Anche un operatore di Msf ha perso la vita.

L’Onu evoca crimini contro l’umanità

Per l'alto commissario Onu per i diritti umani Volker Turk quella del nord di Gaza è una crisi "inimmaginabile" che chiama in causa soprattutto Israele. Considerato responsabile di azioni "potenzialmente" vicine a "crimini contro l'umanità". È un ennesimo atto d'accusa al governo Netanyahu, che dall'inizio del conflitto a Gaza ha ingaggiato una durissima contesa diplomatica con il Palazzo di Vetro, culminata con la dichiarazione di Antonio Guterres come persona non grata.

Di "crimini di guerra" commessi da Israele ha parlato anche il governo libanese, dopo la morte di tre reporter in un attacco aereo su Hasbaya, nell'est, al confine con la Siria. Proprio in quell'area i raid israeliani hanno reso inutilizzabile il principale valico di frontiera, hanno denunciato ancora le autorità di Beirut, aggiornando a 500mila il numero delle persone fuggite dal Paese. L'Idf ha confermato di aver preso di mira il valico nella valle della Bekaa, sostenendo che fosse utilizzato da Hezbollah per il passaggio di armi.

Quanto alle milizie sciite del Partito di Dio, hanno continuato a lanciare razzi soprattutto sulla Galilea, ma stavolta hanno provocato delle vittime. Nella cittadina araba di Majd al-Khorum i colpi sono caduti in un centro commerciale e una palestra: il bilancio provvisorio, due morti e venti feriti. E sono arrivate nuove notizie allarmanti dalla Linea Blu, dove opera l'Unifil. La missione di peacekeeping ha denunciato che il 22 ottobre i soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro una delle loro postazioni vicino al villaggio di Dhayra. "Non ci risulta", la replica dell'Idf.

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