Estero

Le speranze di una tregua si infrangono contro Netanyahu

Gli Stati Uniti: ‘Israele aveva dato l'ok, ha fatto dietrofront’. Ancora bombe sul Libano, oltre 700 le vittime da lunedì

Ennesima ondata di raid
(keystone)
26 settembre 2024
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Non ci sono spiragli, almeno al momento, per una tregua in Libano. La proposta americana e francese di uno stop di 21 giorni delle ostilità, sostenuta dall’Ue e altri Paesi, è stata respinta da Benjamin Netanyahu, che secondo Washington prima avrebbe accettato il cessate il fuoco ma poi ha ordinato di insistere con gli attacchi contro le postazioni di Hezbollah. Il risultato, l’ennesima ondata di raid e un nuovo blitz mirato a Beirut, per eliminare il comandante sciita responsabile degli attacchi con i droni.

Gli Usa: ‘Aveva dato il suo ok’

L’iniziativa diplomatica sul Libano ha avuto un’accelerazione dopo che i vertici dell’esercito israeliano hanno annunciato i preparativi per un’incursione via terra. Un’escalation che secondo Joe Biden rischia di portare a un conflitto su larga scala in Medio Oriente. Il presidente americano ha incontrato il collega francese Emmanuel Macron a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu per concordare una strategia. In una dichiarazione congiunta i due leader hanno chiesto “un accordo sul confine tra Israele e Libano che garantisca sicurezza e protezione per consentire ai civili di tornare alle loro case”. Il piano – sottoscritto anche da altri Paesi – prevedeva un cessate il fuoco per dare spazio a negoziati più ampi, anche su Gaza. Le speranze di una pausa nelle ostilità si sono però infrante sul muro di Netanyahu. Il premier israeliano, arrivato a New York per intervenire all’Onu, non ha neanche risposto all’appello. Anzi, appena messo piede a terra ha affermato perentorio che “continueremo a colpire Hezbollah con tutta la forza finché non riporteremo i residenti del nord nelle loro case”. Una decisione accolta con malcelata irritazione dalla Casa Bianca, che ha puntualizzato che la dichiarazione comune per il cessate il fuoco era stata “coordinata” proprio con Israele. Netanyahu è sembrato scommettere ancora una volta sul fatto che gli Usa, al momento delle scelte di campo, si sono sempre schierati con lo Stato ebraico. Come dimostra l’ennesimo e ingente pacchetto da 8,7 miliardi di dollari in aiuti militari.

Nel frattempo, per il quarto giorno consecutivo l’aviazione ha bombardato con intensità il Libano, affermando di aver centrato 75 obiettivi militari di Hezbollah. A Beirut è stato preso di mira Mohammed Surur, a capo delle unità aeree della fazione, un altro pezzo grosso dell’élite militare del Partito di Dio. Secondo fonti dell’Idf è stato ucciso. Intanto il bilancio delle vittime nel Paese dei cedri ha continuato a crescere. Soltanto oggi, secondo le autorità libanesi, sono state uccise 81 persone nel crollo di un palazzo, mentre sono oltre 700 le vittime da lunedì.