Ospedali assediati: ‘Ci sono terroristi’. Sarebbero almeno 10 i palestinesi rimasti uccisi mentre la guerra si allarga
L’operazione era nell’aria da settimane. A mettere fretta ai vertici della sicurezza israeliana è stato il fallito attentato a Tel Aviv del 18 agosto, andato a vuoto per il malfunzionamento del detonatore che avrebbe dovuto far esplodere il sofisticato ordigno di otto chili in una sinagoga a sud della città, all’ora della preghiera. Il terrorista rimasto ucciso nella deflagrazione era Jaafar Mona, di Nablus, l’assemblaggio della bomba è stato fatto in Cisgiordania. Dove tra la notte di ieri e oggi è scattata l’operazione dell’esercito israeliano “più vasta degli ultimi anni”, come hanno riferito testimoni palestinesi. Con centinaia di soldati in campo, tank, caccia a supporto, strade chiuse e villaggi palestinesi sigillati.
Un’incursione militare di proporzioni tali che il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen ha interrotto la visita ufficiale in Arabia Saudita per rientrare di corsa a Ramallah. Secondo un portavoce della Mezzaluna Rossa palestinese 10 palestinesi sono stati uccisi nella notte. Le forze dell’Idf hanno individuato tre aree in cui operare, probabilmente per alcuni giorni: Jenin, Tulkarem e il campo profughi di Al Farah, vicino a Tubas, nella Cisgiordania orientale. L’obiettivo urgente, nella versione fornita dalle autorità israeliane, è soprattutto quello di distruggere i laboratori di esplosivi e smembrare la catena completa di trasporto di componenti per costruire bombe. Poi, arrestare ed eliminare i terroristi che vorrebbero allargare il campo di battaglia dalla Striscia alla Cisgiordania, come chiede Yahya Sinwar da Gaza.
Secondo fonti palestinesi, le truppe dell’Idf hanno fatto irruzione a Jenin coadiuvate da un attacco aereo che ha preso di mira l’area vicina ai villaggi di Sir e Misilyah. In una dichiarazione il braccio armato di Fatah ha affermato che sta prendendo parte ai combattimenti, con il lancio di bombe contro le truppe israeliane. Pure la Jihad islamica palestinese, che come Hamas si è rafforzata nella Cisgiordania settentrionale negli ultimi anni, ha rilasciato una dichiarazione in cui parla di “guerra aperta”. Mentre la stessa Hamas ha accusato lo Stato ebraico di perseguire “un piano più ampio per espandere la guerra di Gaza”.
Un annuncio ufficiale di evacuazione da parte dell’Idf non c’è stato ma l’agenzia palestinese Wafa ha scritto che le forze israeliane hanno ordinato ai cittadini del campo profughi di Nur Shams di lasciare il luogo e ha imposto il coprifuoco nella zona est di Jenin, impedendo ai residenti di uscire dalle case. Nel frattempo, ha riferito sempre la Wafa, le truppe hanno avviato ampie perquisizioni nelle abitazioni e interrogatori. Aggiungendo che gli ospedali di Jenin e Tulkarem sono stati circondati e le truppe israeliane sarebbero intenzionate a fare irruzione. L’Idf ha smentito l’intenzione di entrare nelle strutture mediche ma resta l’assedio perché “il nemico usa gli ospedali per rifugiarsi durante gli scontri con le nostre forze”, ha detto l’esercito. Intanto l’Onu ha dichiarato che l’operazione israeliana “viola il diritto internazionale e rischia di infiammare ulteriormente una situazione già esplosiva”.