‘Nessuno deve essere al di sopra della legge’. Paletti all'immunità presidenziale e al mandato dei giudici. L'iniziativa ha l’appoggio di Harris
Limiti al mandato dei giudici, un codice etico vincolante e paletti all'immunità presidenziale perché "nessuno è al di sopra della legge". Dopo aver trascorso anni a resistere a qualsiasi tentativo di riforma della Corte Suprema, Joe Biden torna sui suoi passi e propone una svolta con la quale imprimere il suo marchio e lasciare un segno nella storia.
La riforma non ha praticamente chance di superare la prova del Congresso, e lo speaker della Camera ha fugato ogni dubbio al riguardo. "È morta all'arrivo", ha detto il repubblicano Mike Johnson. L'imposizione di limiti al mandato e del codice etico infatti richiede l'approvazione del Congresso e i democratici non hanno i numeri né alla Camera a maggioranza conservatrice né in Senato, dove ne hanno 51 sui 60 necessari.
Da un punto di vista politico, però, la mossa ha una importante valenza perché punta a galvanizzare gli elettori democratici, infuriati da anni con l'Alta Corte a maggioranza conservatrice per l'abolizione dell'aborto e per il susseguirsi di scandali che hanno travolto i giudici Thomas Clarence e Samuel Alito. "Ho grande rispetto per le nostre istituzioni e la separazione dei poteri. Ma quanto sta accadendo ora non è normale e mette a rischio la fiducia del pubblico nelle decisioni della Corte, che hanno un impatto sulle libertà personali", ha spiegato Biden in un editoriale sul Washington Post.
Keystone
Biden poco prima dell’annuncio
La proposta di Biden include anche un emendamento che limita l'immunità dei presidenti chiamato ‘nessuno è sopra la legge’. L'iniziativa è una chiara presa di posizione contro la recente decisione dei saggi che conferisce a Donald Trump la totale immunità presidenziale nei confronti dei procedimenti legali a suo carico, dalle carte segrete a Mar-a-Lago al 6 gennaio. "Questo Paese è fondato su un principio semplice ma profondo: nessuno è al di sopra della legge. Non il presidente degli Stati Uniti. Non un giudice della Corte Suprema. Nessuno", ha spiegato Biden, che ha lavorato per mesi dietro le quinte con i maggiori costituzionalisti americani per delineare la sua proposta. La riforma incassa il sostegno incondizionato di Kamala Harris. "Aiuterà a restituire fiducia, a rafforzare la democrazia e assicurare che nessuno è sopra la legge", afferma la vicepresidente, la cui campagna elettorale procede per il momento a gonfie vele.
A partire dall'1 agosto i democratici avvieranno la procedura di voto che porterà all'incoronazione di Harris come candidata alla presidenza. Fra i liberal il sostegno pubblico alla vicepresidente è elevato ma, dietro le quinte, molti si dicono preoccupati per le sue chance di battere Trump a novembre. A innervosire sono le sue capacità di conquistare gli elettori della classe media negli Stati in bilico, quella che deciderà l'esito del voto. Biden nel 2020 ci era riuscito, Harris non è chiaro se riuscirà nella stessa impresa. La consapevolezza generalizzata è che la strada verso la vittoria è e sarà difficile.
Nonostante i timori la vicepresidente continua a lavorare sodo e oltre alla campagna guarda al suo staff, e in particolare alla nomina del suo vice attesa in una settimana. La scelta è considerata determinante soprattutto considerati i grattacapi che la nomina di J.D. Vance nella campagna di Trump ha suscitato. Le sue controverse affermazioni sulle donne senza figli "gattare" continuano ad alimentare il dibattito e la sua replica – "non ho nulla contro i gatti" – non aiuta a placare le polemiche.