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Biden: ‘Trump è un criminale che non merita la Casa Bianca’

Pugno duro del presidente sui migranti, varata una stretta. Il tema è uno di quelli più caldi in vista delle elezioni di novembre

Donald Trump in tribunale
(Keystone)
4 giugno 2024
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Donald Trump è un "criminale" che "non merita la presidenza". Il moderato Joe Biden accantona il politically correct e alza i toni contro il suo rivale nella corsa alla Casa Bianca. Un attacco frontale accompagnato da una drastica stretta sull'immigrazione, uno dei temi cruciali del voto in cui Trump appare, secondo i sondaggi, più risoluto e determinato del presidente con il suo cavallo di battaglia di un muro al confine con il Messico.

Pugno duro

Intenzionato a spazzare via questa concezione e presentarsi agli elettori come un presidente dal pugno duro, Biden ha firmato un decreto draconiano che prevede anche la possibilità di chiudere temporaneamente il confine ai richiedenti asilo nel caso in cui la media settimanale superasse i 2’500 ingressi al giorno.


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Migranti al confine tra Usa e Messico

Al momento la media è già superiore e ciò consente al provvedimento di entrare in vigore immediatamente, anche per quanto riguarda i rimpatri accelerati nel giro di giorni od ore. La Casa Bianca si attende molte azioni legali contro le nuove iniziative, che ricordano la stretta tentata da Trump nel 2018 e duramente criticata dai democratici. "L'amministrazione non ci lascia altra scelta che fare causa": una tale stretta "era illegale con Trump e non è meno illegale adesso", ha detto l'American Civil Liberties Union. Criticato aspramente dei repubblicani, che ritengono sia "troppo poco e troppo tardi", il decreto rischia di spaccare ulteriormente i democratici.

Disappunto liberal

I liberal indignati con l'amministrazione Biden per la gestione della guerra in Gaza, sono già sul piede di guerra per l'immigrazione complicando ulteriormente la corsa del presidente verso il voto del 2024.


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Il muro tra Usa e Messico

Nonostante questo Biden è intervenuto e lo ha fatto pesantemente per spuntare le armi di Trump. "Dice di voler essere ‘un dittatore al primo giorno’, di voler ‘abolire la Costituzione’. È il primo criminale nella storia che cerca di conquistare la Casa Bianca", ha detto Biden riferendosi alla condanna dell'ex presidente per i soldi alla pornostar. "È una minaccia" e "l'assalto che sta sferrando al nostro sistema giudiziario è ancora più dannoso", ha aggiunto.

Parole a cui fa eco il ministro della Giustizia Merrick Garland che, nel corso di un'audizione in Congresso, ha respinto seccamente gli attacchi e le teorie cospirazioniste di Trump e dei repubblicani sul verdetto di colpevolezza contro l'ex presidente. "Il Dipartimento di Giustizia non sarà intimidito. Continueremo a fare il nostro lavoro liberi dalle influenze politiche", ha assicurato Garland definendo "false" e "estremamente pericolose" le accuse di un coinvolgimento del ministero nella condanna dell'ex presidente.


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Sostenitori di Trump

Il caso Hunter

Biden e Garland sono comunque consapevoli di procedere su un terreno minato riguardo a Trump e alle accuse nei suoi confronti, soprattutto alla luce del processo contro Hunter Biden per l'acquisto e il possesso di un'arma da fuoco. La giuria è stata scelta e ai giurati sono state presentate le argomentazioni iniziali. L'accusa ha subito chiamato in causa il fatto che Hunter è il figlio del presidente: "nessuno è sopra la legge, non importa chi sei o come ti chiami", ha detto il pm davanti della First Lady: Jill Biden è presente in aula per il secondo giorno consecutivo, in netto contrasto con la plateale assenza di Melania Trump al processo contro il marito.


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Hunter Biden