Con un'operazione fulminea l'esercito israeliano ha chiuso ogni accesso alla Striscia. Ripresi tuttavia i negoziati al Cairo
L’esercito israeliano ha preso il controllo a Gaza del valico di Rafah con l’Egitto con un’operazione fulminea, isolando di fatto la Striscia dove, oltre Rafah, sono chiusi anche il valico di Erez (al nord) e quello di Kerem Shalom (a sud), colpito nei giorni scorsi da Hamas con il tiro dei mortai. Il valico di Rafah è praticamente l’unico punto di uscita da Gaza verso il mondo esterno, dove finora sono transitati aiuti e persone evacuate verso il Sinai egiziano.
Cominciata la notte tra lunedì e martedì, con intensi combattimenti di terra nella parte est della città, l’operazione dell’Idf è terminata stamattina con l’arrivo dei tank della 410ª brigata corazzata al valico, dove è stata issata la bandiera israeliana. L’esercito ha affermato che, in base a informazioni di intelligence, il valico di Rafah “era usato a scopi terroristici”.
Media arabi e l’agenzia palestinese Wafa hanno riferito che nella notte almeno “20 persone sono state uccise a Rafah, compresi donne e bambini” nei raid israeliani. L’ingresso di Israele a Rafah ha provocato la reazione americana, con Washington che ha ribadito di essere contraria alla manovra militare.
L’operazione a Rafah è scattata poche ore dopo che il leader di Hamas Ismail Haniyeh ha annunciato, a sorpresa, che la fazione islamica avrebbe accettato la proposta di mediazione per la tregua di Qatar ed Egitto. Bozza di accordo che Israele ha definito “inaccettabile” e nella quale ha detto di non riconoscersi, accusando Washington di non averlo informato sull’ultima versione.
L’operazione a Rafah – di cui Hamas e Israele danno opposte chiavi di lettura – non ha tuttavia impedito alle parti di tornare al Cairo per riprendere i negoziati, sotto la spinta degli americani presenti con il capo della Cia William Burns e dei mediatori.