In 100 prelevati da una scuola da una gang qualche giorno dopo un raid jihadista
In Nigeria si aggrava la piaga dei rapimenti di massa dei bambini. Cento alunni fra gli otto e i 15 anni di una scuola a Kuriga, nel centro-nord del Paese, sono stati portati via insieme a un insegnante da decine di uomini armati fino ai denti che sono penetrati nel complesso scolastico, a bordo di motociclette con le armi spianate mentre tutta la scuola era riunita in assemblea, dopo aver ferito almeno un bambino: un raid attribuito - scrive la Bbc - a bande armate di delinquenza comune che rapiscono per arruolare baby soldato e per chiedere riscatti in denaro.
Queste gang da diversi anni sembrano aver imitato le tecniche dei terroristi jihadisti come Boko Aram, i cui eredi ancora operano in alcune zone nel nord-est del Paese. Come nel famigerato stato di Borno, dove solo alcuni giorni fa da un campo per sfollati a Gamboru Ngala sono state rapite oltre 200 fra donne e bambine, che avevano abbandonato i loro villaggi proprio per sfuggire alla violenza jihadista e che sono state prelevate con la forza mentre erano nella foresta in cerca di legna per cucinare. Un episodio, la cui gravità nei numeri cresce di ora in ora e non è ancora quantificabile e per il quale le autorità accusano lo Stato islamico in Africa occidentale (Iswap), che si scisse da Boko Haram nel 2015 quando il leader del gruppo originario, Abubakar Shekau, giurò fedeltà allo Stato islamico. Il numero dei rapiti, tra l'altro non è ancora stato quantificato con chiarezza. I due episodi, di natura diversa, non sembrano comunque essere fra loro collegati, anche se, secondo molti osservatori, occasionalmente gli islamisti sembrano aver lavorato insieme con criminali comuni.
Keystone
Un gruppo di bambini nigeriani dopo la liberazione nel 2021
La piaga dei rapimenti affligge da oltre un decennio la Nigeria. E le autorità, nel tentativo di disincentivare la lucrosa industria criminale, hanno imposto provvedimenti controversi, come quello entrato in vigore nel 2022 che vieta ai familiari di pagare riscatti contro il rischio di una pena di 15 anni di carcere: un provvedimento di fatto caduto nel vuoto perché mai applicato, ma che getta luce sulla gravità del fenomeno dei sequestri. Una violenza che resta fuori controllo, nonostante le promesse del presidente Bola Ahmed Tinubu, arrivato al potere nel 2023 con la promessa di un giro di vite contro la violenza dilagante e le sue tre diramazioni: il feroce terrorismo islamico, l'altrettanto feroce violenza delle gang criminali e la violenza interetnica e interreligiosa, che tuttora esplode in vigorose fiammate specialmente nelle regioni del centro del Paese, dove c'è una precaria convivenza fra comunità islamiche e cristiane.