Un 50enne di Napoli è stato trovato morto in strada: i sicari, entrati, facendosi aprire la porta, dopo avergli sparato lo hanno inseguito fino alla fine
Una esecuzione in pieno stile Gomorra, con un movente ancora tutto da decifrare e una certezza: la vittima designata doveva morire a ogni costo. Saranno le indagini a mettere a fuoco perché il cinquantenne trovato morto la scorsa notte a Napoli, nel quartiere di Poggioreale, non doveva avere scampo.
Gli agenti del commissariato di Secondigliano e gli uomini della Squadra mobile di Napoli, intervenuti sul posto dopo la segnalazioni alla Centrale operativa della polizia di un cadavere in strada, hanno però già accertato che i killer sono entrati in casa facendosi aprire la porta, probabilmente perché conoscevano bene la vittima. Gli hanno sparato e lo hanno inseguito anche quando l'uomo, per tentare disperatamente di fuggire, è uscito sul balcone e si è lanciato nel vuoto dal secondo piano. E poi lo hanno finito sparandogli dall'alto.
Secondo quanto emerso dai primi accertamenti della Squadra mobile di Napoli, coordinata da Alfredo Fabbrocini, la vittima ha tentato infatti la fuga buttandosi dal balcone che si trova al secondo piano dello stabile in cui abitava. Il sicario – o i sicari – ha esploso almeno otto colpi di pistola calibro 7x65, gli ultimi due quando il 50enne si era già buttato giù, secondo quanto emerso dai rilevi condotti dagli uomini della Polizia scientifica.
L'uomo è ritenuto un criminale di piccolo taglio, orbitante comunque nell'ambiente del clan Contini, sodalizio di rango della federazione criminale chiamata Alleanza di Secondigliano: a suo carico ci sono precedenti per reati contro il patrimonio come furto, un "cavallo di ritorno" e altri precedenti della stessa caratura. Gli investigatori stanno ora cercando di capire se sia possibile trarre elementi utili dalle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona e analizzando il telefonino della vittima tra messaggi e telefonate delle ultime ore che hanno preceduto la sua morte. Gli inquirenti invece non danno eccessiva importanza alla sua presunta vicinanza al clan Contini, del quale non era ritenuto un elemento di rilievo. Né il suo nome viene accostato in qualche modo agli ultimi fatti di sangue in città che hanno coinvolto esponenti delle cosche del centro storico.
Negli ultimi mesi si sono registrate continue fibrillazioni negli ambienti criminali della città, ma gli investigatori non ritengono comunque, almeno in base ai dati acquisiti fino a questo momento, che ci siano collegamenti di qualche natura tra l'omicidio di oggi e inquietanti episodi precedenti come, ad esempio, il ferimento a dicembre di Ciro Vecchione, attore nel film "La paranza dei bambini", e la fidanzata che viaggiava con lui. O come l'agguato ai danni del 18enne ferito nella zona delle Case Nuove a Napoli in un raid nel quale sono stati esplosi ben 80 colpi d'arma da fuoco e in cui è rimasta ferita anche una donna di 68 anni, estranea a dinamiche criminali. Il 18enne stesso, peraltro, è accusato di essere l'autore del raid nel quale è stato ferito Vecchione.
Ci si interroga allora su quale possa essere stato il movente che ha spinto la notte tra sabato e domenica gli assassini in casa del 50enne con il chiaro intento di ucciderlo ad ogni costo: non si esclude che l'uomo – è una delle ipotesi sul tavolo – abbia potuto fare qualche sgarro a qualcuno che abbia deciso di fargliela pagare. Uno sgarro evidentemente molto pesante, tanto da essere ucciso senza pietà.