Kiev: ‘Raid di droni su un sito petrolifero vicino San Pietroburgo’
Il conflitto ucraino rischia di allargarsi, con conseguenze imprevedibili. Per la prima volta i servizi segreti militari di Kiev hanno detto di avere colpito la Russia con i droni fino nella regione di San Pietroburgo, la città di Vladimir Putin, a quasi mille chilometri dal fronte, colpendo un deposito di petrolio. Mentre la Nato ha ufficialmente lanciato l'esercitazione ‘Steadfast Defender 2024’, alla quale parteciperanno 90’000 militari e che sarà la "più massiccia da decenni a questa parte".
Eppure Mosca ostenta sicurezza. Anzi nella sua tradizionale conferenza stampa di inizio anno il ministro degli Esteri Serghei Lavrov arriva a dire che la guerra ha avuto "un impatto positivo sulla vita interna della Russia" perché ha purificato e portato maggiore coesione nella società". A questo proposito il capo della diplomazia ha citato la frase di un comico del passato, secondo il quale "per unirsi intorno a qualcosa il nostro popolo ha bisogno di una grande guerra". Così le persone "che non si sentivano coinvolte dalla storia e dalla cultura russa" se ne sono andate, altre sono rimaste ma "ci hanno ripensato". Ma la maggior parte dei cittadini ha appoggiato il Cremlino in questa prova, ha assicurato Lavrov.
Stando alle dichiarazioni e iniziative pubbliche, la Russia avrà ancora tempo a disposizione per rafforzare questa coesione, perché del conflitto non si vede la fine. E questo perché "l'Occidente non è interessato" ad avviare negoziati, accusa Lavrov, che torna ad affermare che nell'aprile del 2022 Paesi del blocco Nato hanno convinto gli ucraini a stracciare una bozza d'accordo siglata con i russi a Istanbul che poteva mettere fine alle ostilità dopo poco più di un mese. Quegli stessi Paesi che dalla settimana prossima, e fino a maggio, daranno vita a esercitazioni del Patto Atlantico. Vi parteciperanno forze provenienti "da tutti i 31 alleati e della Svezia" e sarà basata "sui nuovi piani di difesa dell'Alleanza", ha detto un portavoce.
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Jens Stoltenberg, segretario generale Nato
Ventimila militari dovrebbero essere forniti solo dalla Gran Bretagna. Questa dimostrazione di forza, tuttavia, non è ancora accompagnata da ciò che all'Ucraina interessa maggiormente, cioè la conferma che i Paesi occidentali continueranno, e incrementeranno, le forniture di armamenti per puntare a quella vittoria sul terreno che ancora rimane l'obiettivo ufficiale di Kiev. O quantomeno per continuare a resistere. "La penuria di munizioni è un problema molto reale e urgente", ha avvertito il ministro della Difesa ucraino, Roustem Oumerov, in occasione dell'avvio a Parigi della cosiddetta ‘coalizione artiglieria’, promossa dalla Francia e dagli Stati Uniti per coordinare l'invio di armi.
E a Washington il presidente Joe Biden è tornato a sollecitare il Congresso ad "approvare rapidamente" la sua richiesta di fondi supplementari per Kiev, ammonendo che continuando a non agire "si mette in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, l'alleanza Nato e il resto del mondo libero" Anche in assenza per ora di queste garanzie, fonti dei servizi ucraini hanno detto all'agenzia Afp di avere raggiunto "un nuovo stadio" negli attacchi sul territorio russo, colpendo un deposito di petrolio nella regione nord-occidentale di Leningrado, come ancora si chiama il territorio di cui è capoluogo San Pietroburgo (la ex Leningrado, appunto).
Le forze ucraine attaccano regolarmente con droni regioni frontaliere russe, come quella di Belgorod, ma a volte anche Mosca e basi militari poste a centinaia di chilometri dal confine. Ma non era mai successo che colpissero la regione della metropoli baltica. Da parte sua il ministero della Difesa russo aveva detto di avere "intercettato" un drone sulla regione di Leningrado, mentre il sindaco di Mosca, Serghei Sobyanin, aveva riferito che un altro velivolo senza pilota era stato abbattuto sulla città di Podolsk, a sud della capitale.