Il capo dei mercenari lancia un appello ai soldati delle truppe regolari: "Unitevi a noi". Il Cremlino: stiamo prendendo le misure necessarie
Il capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin dichiara ufficialmente guerra ai vertici militari di Mosca, lanciando un appello a “fermare” i capi delle forze armate russi dopo aver accusato le truppe regolari di aver bombardato gli accampamenti dei suoi combattenti, su ordine del ministro della Difesa Sergei Shoigu facendo “un numero enorme” di morti. “Siamo in 25’000”, ha dichiarato il leader dei miliziani invitando i russi, in particolare i soldati, a unirsi a loro e a non opporre resistenza in quello che “non è un colpo di stato militare, ma una marcia della giustizia”.
Immediata la replica da Mosca: prima il ministero della Difesa russo ha respinto ogni accusa di attacchi ai mercenari. Poi scende in campo direttamente il Cremlino: il presidente Vladimir Putin “è stato informato sulla situazione intorno a Prigozhin” e “si stanno prendendo le misure necessarie“. Poco dopo il comitato nazionale antiterrorismo ha aperto un procedimento penale contro il capo di Wagner “per invito alla ribellione armata“, intimando il leader dei mercenari a "interrompere le azioni illegali”.
La rivolta giunge al termine di una ennesima giornata di bordate contro gli apparatchik gallonati di Mosca. In un nuovo video Prigozhin ha dichiarato che quando è iniziata l’invasione, la situazione del conflitto nel Donbass non era diversa da quella degli ultimi anni e non c’era nessuna “folle aggressione” da parte di Kiev, che – ha affermato ancora – non si apprestava ad attaccare la Russia assieme alla Nato.
Intanto si registrano tensioni anche tra Washington e Kiev sulla controffensiva ucraina. L’andamento del contrattacco è lento e “deludente”, si sono lamentati funzionari americani. “Tutto deve ancora succedere”, la risposta dei militari di Kiev.