Spari e rumori dell'artiglieria pesante risuonano in tutta Khartoum. E nel cielo sfrecciano i Sukhoi dell'esercito
Si intensificano gli scontri nella capitale del Sudan, Khartoum, tra l'esercito e le forze di supporto rapido (Rsf). Per il secondo giorno spari e il rumore dell'artiglieria pesante si sentono nella città, nonostante gli appelli internazionali. Lo riporta il canale televisivo arabo di notizie e di attualità Sky News Arabia.
Le forze di supporto rapido hanno dichiarato su Facebook che a Port Sudan sono state attaccate da "aerei stranieri". L'esercito sudanese dice di avere preso il controllo della più grande base delle Rsf a Karari. Mentre le Rfs affermano di avere abbattuto un aereo Sukhoi dell'esercito.
Intanto il consiglio della Lega araba ha indetto una riunione urgente che si terrà al Cairo, su richiesta di Egitto e Arabia Saudita, due attori influenti in Sudan.
Questa mattina pesanti scontri a fuoco tra forze militari e paramilitari sono in corso nei sobborghi settentrionali e meridionali di Khartoum, come hanno riferito testimoni. In tutta la capitale, uomini in uniforme, armi in pugno, girano per strade vuote di civili, mentre colonne di fumo si alzano dal centro della città, dove si trovano le principali istituzioni del potere.
Testimoni hanno riferito di colpi di artiglieria anche a Kassala, nella regione costiera orientale del paese. Per quanto riguarda la televisione di Stato, entrambe le parti sostengono di averla conquistata.
Il conflitto era già in corso da settimane, impedendo qualsiasi soluzione politica in un paese che dal 2019 sta cercando di organizzare le prime elezioni libere dopo 30 anni di dittatura islamico-militare. In questa fase è impossibile sapere chi abbia in mano la situazione.
Le divisioni tra il generale Abdel Fattah al-Burhane, capo dell'esercito, e il generale Mohamed Hamdane Daglo, detto ‘Hemedti’, capo delle Rsf (migliaia di ex militanti della guerra del Darfur che sono diventati ausiliari ufficiali delle truppe regolari) sono degenerate in violenza ieri mattina nel paese che conta 45 milioni di abitanti, uno dei più poveri del mondo, dilaniato dalla guerra da decenni.
La guerra aperta tra i generali è anche un affare mediatico: sabato Hemedti ha rilasciato una serie di interviste a canali televisivi del Golfo, alcuni dei quali sono suoi principali alleati, rivolgendo insulti al suo rivale, il generale Burhane, che finora non si è fatto vivo. Hemedti ha costantemente chiesto che "Burhane il criminale" vada via.
Entrambi tuttavia, hanno risposto al telefono quando il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto "la fine immediata delle violenze". Intanto al Cairo c'è preoccupazione per un video apparso sulle reti sociali che mostra diversi soldati egiziani apparentemente nelle mani degli uomini della Rsf.