Estero

‘Harry in guerra, William no’ (il dilemma della regina)

A rivelarlo è il vecchio generale a riposo sir Mike Jackson, all'epoca comandante dell'esercito di Sua Maestà

Voci dal documentario ‘The Real Crown’
(Keystone)
11 aprile 2023
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William e Harry sono cresciuti "a mie spese, quindi ora devono fare il loro dovere". Furono le prime parole pronunciate dalla regina Elisabetta quando, a fine 2001, le fu sottoposta la scelta su quale dei due nipoti, figli dell'allora delfino Carlo e di Diana, avrebbe dovuto essere inviato in missione di guerra in Afghanistan, fra i militari del contingente britannico schierato al fianco degli americani e di altri alleati nella campagna avviata contro i Talebani dopo l'attacco agli Usa dell'11 settembre.

A rivelarlo è il vecchio generale a riposo sir Mike Jackson, all'epoca comandante dell'esercito di Sua Maestà, intervistato fra i testimoni di spicco di un documentario della Itv dal titolo ‘The Real Crown’, anticipato in parte dal Daily Mail e da altri giornali. Non senza spiegare tuttavia come l'iniziale posizione equanime della sovrana – scomparsa 96enne l'8 settembre 2022 dopo 70 anni di regno per cedere il trono al primogenito Carlo III – fu poi corretta (come è noto) dopo una serie di consultazioni con gli alti comandi, i vertici dei servizi segreti dell'MI6 e i supremi funzionari di corte, sulla base della necessità prioritaria di tutelare William, allora secondo nella linea di successione e attualmente erede della corona, dal rischio almeno potenziale d'essere ucciso in battaglia. William che a differenza del principe cadetto Harry, era considerato una figura importante dal punto di vista simbolico per assicurare una presenza diretta di casa Windsor al fronte; ma evidentemente (seppure mai esplicitamente) considerato anche il più sacrificabile, in teoria, sotto il profilo delle esigenze di una continuità dinastica.

Il racconto del generale Jackson si limita in ogni caso a offrire qualche dettaglio in più sui già notissimi fatti in questione; e sulla scelta finale, inevitabilmente pubblica, d'inviare in missione Harry, non William. Così come accaduto del resto in precedenza al tempo della guerra delle Falkland contro l'Argentina: dove a rappresentare il casato in combattimento fu il principe Andrea, secondogenito maschio della regina, e non Carlo, all'epoca erede al trono effettivo.