Quasi la metà della popolazione somala, circa 8 milioni e mezzo di persone, ha bisogno di assistenza per sopravvivere
Secondo l'Onu, quasi la metà della popolazione somala, 8,5 milioni di persone, ha bisogno di assistenza umanitaria per sopravvivere. Di questi, circa 3,8 milioni sono sfollati interni.
I cambiamenti climatici e i conflitti che da troppo tempo interessano la Somalia stanno causando "una delle peggiori crisi umanitarie al mondo". È la situazione del Paese africano descritta dalle Nazioni Unite.
Negli ultimi mesi, il rischio di carestia in Somalia si è aggravato a causa di una siccità storica caratterizzata da cinque stagioni consecutive di scarse piogge. Quasi 5 milioni di persone vivono al momento livelli di insicurezza alimentare acuta.
Circa 1,8 milioni di bambini sono gravemente malnutriti e 8 milioni di persone non hanno accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari. Inoltre, le piogge stagionali a fronte di una siccità storica hanno causato gravi inondazioni causando morti e lo sfollamento di più di 100mila persone. E le piogge cadute non sono sufficienti a migliorare le prospettive di vita dei somali.
Il cambiamento climatico, infatti, ricorda l'Onu, crea cicli imprevedibili di siccità e inondazioni e "questo Paese, che ha contribuito così poco alla crisi climatica, ne sta subendo le maggiori conseguenze". In più, la crisi umanitaria è esacerbata dal conflitto e dall'insicurezza. Almeno 660mila persone vivono in aree controllate da gruppi armati non statali che impediscono alla popolazione l'accesso agli aiuti umanitari.