Estero

Ucraina, bombe su ospedale psichiatrico: morti 4 medici

Prosegue nel sangue la ritirata delle truppe russe dalla regione di Kharkiv

Keystone

Non si fermano le rappresaglie russe in Ucraina dopo la clamorosa ritirata delle truppe dalla regione di Kharkiv. I raid di Mosca, che nei giorni scorsi avevano preso di mira numerose infrastrutture strategiche, hanno colpito un ospedale psichiatrico nel villaggio di Strelecha, nell’oblast appena "liberato", uccidendo quattro medici e ferendo due pazienti mentre era in corso un’evacuazione.

"Gli operatori sanitari, anche sotto i bombardamenti, rischiando la vita, hanno cercato di salvare i malati. È stato possibile evacuare 30 pazienti, in totale ce ne sono più di 600 nell’istituto", ha riferito il governatore Oleg Sinegubov. Nella stessa area, al confine con la Russia, i colpi d’artiglieria hanno raggiunto anche un’auto civile, uccidendo due donne.

Fosse comuni

A Izyum si continua intanto a scavare nella fossa comune ritrovata nella foresta, dove secondo le autorità sono stati individuati finora circa 450 corpi, molti con segni di torture e violenze. Per completare le esumazioni, ha spiegato il sindaco Valeriy Marchenko, ci vorranno circa due settimane. Sempre nel Kharkiv, ha denunciato il presidente Volodymyr Zelensky, sono ormai più di dieci le "camere delle torture" scoperte, mentre la controffensiva avanza ancora. L’esercito di Kiev ha rivendicato di aver preso il controllo di entrambe le rive del fiume Oskil, cruciale per un possibile assalto a Lyman, nel Donetsk.

La vendetta di Mosca sui civili, rilevata anche dall’intelligence britannica, continua mentre emergono nuove ricostruzioni sulla disfatta dell’esercito in rotta. Nella ritirata da Kharkiv, ha affermato lo Stato maggiore di Kiev, "le unità dell’11/mo Corpo d’armata della flotta baltica hanno perso più del 50% del personale e più di 200 pezzi di equipaggiamento militare", mentre la 64/ma brigata di fucilieri motorizzati del distretto militare orientale, accusata delle torture e delle uccisioni di civili ucraini a Bucha, "ha perso più del 90% del suo personale tra morti, feriti, disertori e licenziati a causa del rifiuto di partecipare alle ostilità". Ora, aggiungono i comandi ucraini, "gli occupanti stanno cercando in ogni modo di ripristinare la capacità di combattimento delle unità che hanno subito perdite".

Si spara a vista

Mentre il Papa ha invitato a continuare "a pregare per il martoriato popolo ucraino e per la pace in ogni terra insanguinata dalla guerra", all’indomani dello scampato pericolo per il coinvolgimento in uno scontro a fuoco sulla linea del fronte nella regione di Zaporizhzhia prosegue la missione del suo inviato in Ucraina, il cardinale Konrad Krajewski. "Parto e vado avanti, nella città più distrutta, Kharkiv", ha riferito in un messaggio all’agenzia dei vescovi. In una testimonianza audio ai media vaticani, l’elemosiniere di Francesco è anche tornato a parlare dei rischi corsi sul terreno. "È difficile entrare nella zona di guerra perché lì non ci sono leggi, nessun codice. I russi sparano a qualsiasi cosa si muova. Siamo stati avvertiti e istruiti a lasciare semplicemente il cibo e scappare velocemente, anche per non mettere in pericolo queste persone, perché ovunque le persone si radunano, i russi sparano subito, e purtroppo - ha raccontato - è successo che i razzi siano improvvisamente caduti in un punto tra questi blocchi".

Nel frattempo, la sfida di Kiev continua anche con il pressing sugli alleati occidentali per ottenere nuovi armamenti. Secondo il New York Times, Zelensky, che questa settimana interverrà in videoconferenza all’Assemblea generale dell’Onu, sta continuando a sollecitare agli Stati Uniti la fornitura di un sistema missilistico con un raggio di 305,7 chilometri, in grado quindi di raggiungere la Russia. Una richiesta che ha incontrato però le resistenze di Joe Biden. "Stiamo cercando di evitare la Terza Guerra Mondiale", ha ripetuto ai suoi collaboratori il presidente americano, che a Vladimir Putin aveva inviato un monito contro l’eventuale uso di armi nucleari tattiche proprio per evitare una drammatica escalation del conflitto.