Una camera degli orrori con i corpi di quattro civili seviziati a Balakliya. Potrebbero esserci altri luoghi di tortura nelle aree liberate
Una camera degli orrori a Balakliya, i corpi di quattro civili con segni di torture a Zaliznychne, grossolanamente sepolti e ritrovati solo grazie ai vicini, almeno mille vittime di bombe e stenti a Izyum, dove l’80% degli edifici risulta distrutto. Man mano che le forze ucraine riprendono il controllo della regione orientale di Kharkiv, dopo la fuga a rotta di collo delle truppe russe, emergono le tracce di mesi di abusi e devastazioni.
A denunciare il ritrovamento di una "camera delle torture" a Balakliya è stata Maryana Bezugla, deputata del partito Servitore del Popolo del presidente Volodymyr Zelensky, giunta sul posto al seguito dell’esercito. Nelle sue foto diffuse su Facebook si vede un lugubre seminterrato dove sono stati abbandonati una sedia con un martello, nastro adesivo e guanti usati. In un’altra stanza, "tracce di sangue". Il timore è che sia solo la prima di tante nuove Bucha. A Zaliznychne, un altro villaggio "liberato" nell’oblast, la procura generale di Kiev ha reso noto il ritrovamento di tre cadaveri sepolti nei giardini delle loro case e un quarto vicino a una fabbrica di asfalto, tutti con segni di torture, che verranno ora sottoposti ad autopsia.
Una scia di morte che l’esercito di Mosca continua a lasciarsi dietro anche dopo la ritirata. Nelle ultime ore, una raffica di bombardamenti ha colpito diverse regioni, dall’est al fronte sud di Kherson, con almeno altre 4 vittime civili nell’est. Ma l’obiettivo privilegiato di quella che per gli ucraini è una "vendetta vigliacca" sembra essere proprio Kharkiv, diventata il simbolo della disfatta russa. Dopo il raid sulla più grande centrale termoelettrica cittadina, che nella serata di domenica ha lasciato al buio decine di migliaia di persone, altri blackout si sono susseguiti per tutto il giorno.
Il funerale di un soldato ucraino a Kiev (Keystone)
Intanto, dopo essere avanzate fino a raggiungere alcuni valichi di frontiera con la Russia, le forze ucraine continuano la controffensiva nell’est, annunciando la riconquista di oltre 20 insediamenti in 24 ore. I russi hanno denunciato anche un raid nel loro territorio a Belgorod, con un morto e quattro feriti. A sud, nella regione di Kherson, lo Stato maggiore ha intanto iniziato a confermare i primi successi strategici, con circa 500 chilometri quadrati di territorio ripresi.
Sconfitte che hanno convinto Putin a cacciare il comandante del Distretto militare occidentale, Roman Berdnikov, nominato da appena un paio di settimane. Mosca spiega che al momento non è previsto l’invio di nuove unità. I rinforzi sono stati affidati agli irregolari del leader ceceno Ramzan Kadyrov, che ha annunciato il ritorno in campo delle sue temibili unità speciali d’élite e avvertito minaccioso di una "sorpresa" in vista per le forze nemiche. Nonostante le pesanti sconfitte sul campo, il Cremlino non fa però passi indietro e chiude a ogni ipotesi di negoziato, avvertendo che "l’operazione militare speciale" andrà avanti "fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi". L’ex presidente Dmitri Medvedev ha evocato come unica possibilità "la capitolazione totale del regime di Kiev alle condizioni della Russia".
Dal canto suo Zelensky, forte del rovesciamento delle sorti sul campo, ha replicato che le trattative saranno possibili solo dopo la "completa liberazione dei territori ucraini occupati". Anche sulla crisi alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, dove si sono registrate nuove esplosioni, ufficialmente Mosca non lascia spiragli alla richiesta di ritiro delle truppe avanzata a Vladimir Putin da Emmanuel Macron. Ma il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi ha espresso fiducia sulle consultazioni avviate per la creazione di una zona di sicurezza. "Ho visto segnali che mostrano che" entrambe le parti "sono interessate a un accordo", ha detto, spiegando che in questa fase "cooperano con noi e fanno domande, molte domande".