È quanto indica uno studio condotto da un gruppo di ricercatori statunitensi. A Delhi, la più inquinata, aspettativa abbreviata di 5 anni
L’inquinamento atmosferico in India abbrevia la vita di quasi dieci anni. Lo dice lo studio di un gruppo di ricercatori statunitensi, reso noto ieri, secondo i quali, tra l’altro, l’attuale qualità dell’aria di Delhi, la città più inquinata del mondo, accorcia di cinque anni l’aspettativa di vita dei suoi abitanti.
Gli studiosi dell’Università di Chicago, che si raccolgono sotto la sigla Epic, (Energy Policy Institute at the University of Chicago), osservano che, stando ai livelli attuali di inquinamento, quasi 510 milioni di persone nell’India del Nord, circa il 40% della popolazione totale del Paese, rischiano di perdere in media 7,6 anni di vita.
Epic indica che, a partire dal 2013 quasi il 44% dell’inquinamento globale è derivato dall’India, che attualmente è il secondo Paese più inquinato al mondo. Lo studio mostra ancora che più del 63% degli indiani vive in aree che superano il requisito minimo di qualità dell’aria: nel 2019 la concentrazione di particelle Pm 2,5, le più dannose per la salute, è stata la più alta del mondo.
Epic sostiene che l’inquinamento da Pm 2,5 è "la più grave minaccia sanitaria in India" e che, "dal 1998, questo tipo di sostanze è cresciuto del 61,4%, con una letalità più grave del fumo di sigarette".
L’aumento dell’inquinamento nel subcontinente indiano negli ultimi due decenni si deve al processo di industrializzazione, allo sviluppo economico e all’uso vertiginoso dei combustibili fossili e ai veicoli sulle strade, cresciuti di quattro volte. Lo studio riconosce comunque l’impegno del governo per limitare il problema, tra il National Clean Air Programme (Ncap), che si prefigge di ridurre le emissioni del 30%.