elezioni in italia

Il centrodestra vince unito, Fratelli d’Italia sorpassa la Lega

Ennesimo flop di M5S, mentre il Pd tiene. I partiti centristi raccolgono più voti del previsto.

Matteo Salvini (Lega) e Giorgia Meloni (Fdi) (Keystone)
13 giugno 2022
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Dove corre unito, il centrodestra vince. Diviso invece arranca e regala al centrosinistra la possibilità di trovarsi in vantaggio in sfide che sembravano in salita, come ad esempio Verona. È questa la fotografia che offrono i primi risultati del voto amministrativo. Ma non basta, perché questa tornata elettorale segna anche nuovi equilibri all’interno delle coalizioni. Fratelli d’Italia supera la Lega nei voti di lista mentre nel campo largo di centrosinistra sembra sbilanciarsi ancora di più il rapporto tra Pd e Movimento.

Il Pd tiene, decisamente molto meno i pentastellati, un flop che spinge più di qualcuno tra i dem e non solo (Matteo Renzi lo dice apertamente) a chiedere che si riapra il dossier alleanze in vista delle elezioni politiche delle 2023. Occhi puntati sui risultati dei partiti di centro, Italia Viva ma soprattutto Carlo Calenda. In attesa dei dati definitivi c’è però un dato inconfutabile e riguarda il flop dei referendum sulla giustizia.

L’affluenza per la consultazione sui cinque quesiti referendari, tenutasi lo stesso giorno delle amministrative, è la peggiore della storia repubblicana. Ma se il mancato raggiungimento del quorum e la bassa affluenza per i referendum erano dati quasi scontati, l’esito delle amministrative segna un cambio di passo nella definizione dei rapporti di forza in vista delle politiche. A pesare sarà inevitabilmente la legge elettorale e la possibilità o meno di modificarla in senso proporzionale.

Salvini si difende

Chi prova a ostentare sicurezza è Matteo Salvini: "La Lega è il collante della coalizione", dice l’ex ministro che non ha dubbi: "Il centrodestra vince solo se unito". Prova ne è il risultato di Palermo e di Genova e l’Aquila a differenza di Verona e Catanzaro dove la coalizione divisa dovrà andare al ballottaggio. Ma, se è vero che la centrodestra tiene, la vittoria ha il sapore amaro almeno a via Bellerio.

Dai primi dati emerge infatti che la Lega viene sorpassata da Fratelli d’Italia, primo partito della coalizione al Nord. I risultati ancora parziali evidenziano come Fdi a Genova sfiori la doppia cifra rispetto alla Lega.

A Parma il partito della Meloni vola oltre il 7% e complessivamente ottiene più di Lega e Fi sommate insieme. A Piacenza la Lega perde quasi sei punti, mentre Fdi passa dal 7 al 12%. Sorpasso anche in Toscana, dove ad esempio a Lucca, Fdi supera il tandem Lega-Fi ottenendo il 13%. Numeri che consentono alla Meloni non solo di dirsi "soddisfatta", ma di mettere in chiaro come sia il suo partito il "traino" del centrodestra. Non solo, per la leader di Fdi le urne consegnano un risultato evidente e cioè il ritorno a un "sano bipolarismo".

Letta soddisfatto

Felice anche il Partito Democratico: "il giudizio è decisamente positivo e sarà anca più positivo ai ballottaggi, "dice Enrico Letta. "Siamo il primo partito da Nord a Sud", esulta Francesco Boccia. Scorrendo i primi dati infatti i Dem ottengono il primato a Genova con il 21% a Parma guadagnano circa 10 punti, a Padova sfiorano il 22%. Il centrosinistra vince a Lodi a Padova, a Parma vanno al ballottaggio così come a Verona solo per citare alcuni casi. I volti sono più tirati però quando il discorso si allarga alle alleanze.

ll cosiddetto campo largo fa fatica ad ampliare il perimetro, anzi, le urne consegnano una vera e propria battuta d’arresto dovuta al flop del Movimento Cinque Stelle che nelle città dove ha presentato il simbolo ha registrato percentuali ben lontane da quelle precedenti. Per citare un paio di casi a Genova M5s passa al 18,4% a poco più del 4%, a Parma non si è presentato, a Padova prende poco più dell’1%: "I dati non ci soddisfano", dice senza tanti giri di parole Giuseppe Conte che però rassicura sulla tenuta dell’alleanza con i Dem: "Un’azione congiunta non può essere compromessa da questa tornata elettorale". Che il tema delle alleanze rappresenti la prossima sfida non è un mistero. Ed è il cosiddetto terzo polo l’interlocutore con cui fare i conti: "Se fossi ancora un dirigente del Pd mi porrei il tema di fare un’alleanza con il centro riformista e non con i grillini", dice Matteo Renzi. Numeri alla mano invece Carlo Calenda quantifica la nuova area politica intorno al 20%.