elezioni in francia

Macron evita il sorpasso, ma Mélenchon pensa alla spallata

La gauche denuncia brogli, il presidente ora guarda a destra. E domenica c’è il secondo turno

Sospiro di sollievo per Macron (Keystone)
13 giugno 2022
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Battaglia senza esclusione di colpi in Francia in vista del ballottaggio di domenica prossima con sfide a due o triangolari per comporre la nuova Assemblée Nationale. Se almeno 289 dei 577 deputati saranno di ‘Ensemble!’, l’alleanza macronista, il governo procederà con le riforme, prima fra tutte quella contestatissima delle pensioni. Se i melenchonisti di Nupes viceversa strapperanno alla maggioranza troppi seggi, per la Francia si aprirà un capitolo quasi sconosciuto. "Il governo non si allontana, anzi da oggi è più vicino", ha proclamato l’irriducibile Jean-Luc Mélenchon, in barba a tutti i sondaggi che lo vedono molto lontano da un sorpasso a Macron in termini di seggi.

In nottata, peraltro, con grande disappunto della gauche e soprattutto dei colonnelli di Mélenchon e del suo partito La France Insoumise, le cifre del ministero dell’Interno hanno sancito che anche in termini di preferenze l’agognato sorpasso non c’è stato: Macron ed Ensemble! mantengono infatti 21.000 voti di vantaggio su Nupes (Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale), un’inezia sul totale di 23,3 milioni di votanti. In termini di seggi, però, le proiezioni vedono l’area governativa fra 255 e 295 (quindi la soglia della maggioranza assoluta a 289 è molto vicina all’ipotesi del miglior risultato, sarebbe quasi un exploit), mentre Nupes è - prima forza d’opposizione - fra 150 e 210.

Ma a Mélenchon e compagni quel quasi insignificante sorpasso in termini di schede (appena lo 0,09%) non è andato giù. Soprattutto dopo che per tutta la serata nera della maggioranza di governo avevano proclamato di essere "il primo partito di Francia": "Se alla fine vinceremo - ha proclamato il tribuno della gauche radicale - bisognerà tirare le conclusioni, non è più possibile che un ministro dell’Interno possa rifiutare un’etichetta come ha fatto Darmanin per la Nupes". Il ministero, in effetti, aveva rifiutato di porre la sigla Nupes sulle schede per i candidati di Mélenchon, i socialisti, i Verdi e i comunisti. Soltanto un ricorso al Consiglio di Stato aveva intimato al governo di conteggiare i voti dei candidati delle liste aderenti al Nupes sotto la nuova etichetta.

Le accuse

Per Mélenchon, sono stati commessi "imbrogli", alcuni candidati sono stati "riclassificati all’ultimo momento". Per uno dei suoi più stretti collaboratori, Alexis Corbière, i "brogli" sarebbero avvenuti soprattutto nei seggi dei territori francese d’Oltremare. "Ci sono emergenze sul potere d’acquisto, abbiamo la guerra alle porte dell’Europa, c’è bisogno di stabilità", ha invocato invece la prima ministra Elisabeth Borne oggi dal Calvados, dove si è classificata senza sorprese al primo posto. Ma se la fatidica quota 289 non sarà superata, Macron sarà costretto a guardare a destra. Tutti pensano ai Républicains, che soltanto qualche anno fa rappresentavano uno dei due poli di governo che si alternavano in Francia e ora sono stati scavalcati dalla gauche. Per ora i vertici neogollisti promettono che faranno opposizione alla maggioranza macronista e negano ogni possibile appoggio esterno. Gran parte degli analisti sono convinti però che il governo, se i propri deputati in parlamento saranno insufficienti per far passare un provvedimento, non potranno che guardare alla destra moderata. Tanti i pensieri che agitano la maggioranza, fino ad oggi in preda alla sensazione di essere invincibile dopo anni di trionfi elettorali con Macron. Fra gli altri, il rischio di perdere dei pezzi, perché i ministri candidati dovranno dimettersi nel caso di sconfitta. E a rischiare pesantemente sono Amélie de Montchalin, la responsabile della Transizione Ecologica - ministero sul quale il presidente ha scommesso moltissimo - e soprattutto Clément Beaune, uno dei ministri da sempre più vicini al presidente, responsabile degli Affari Europei.