Storico accordo: 73 milioni di dollari alle famiglie di nove vittime da parte di chi produsse il fucile del massacro.
Storico accordo tra la Remington Arms e le famiglie di nove delle 26 vittime della sparatoria nella scuola elementare Sandy Hook, che hanno pattuito un risarcimento di 73 milioni di dollari da parte della società produttrice del fucile semiautomatico in stile AR-15 usato nella strage del 2012.
È la prima volta negli Usa che una azienda di armi accetta la responsabilità di un “mass shooting”, in una causa che infligge un duro colpo all’industria del settore e crea un possibile precedente a favore delle vittime di altre sparatorie inaugurando una nuova strategia.
I ricorrenti infatti hanno dribblato la legge federale del 2005, che garantisce un’ampia immunità alle società produttrici di armi contro eventuali cause per le vittime o i danni provocati dai loro clienti. E hanno contestato la strategia di marketing dell’arma usata dal killer, sostenendo che il Bushmaster XM15 fu promosso consapevolmente e negligentemente come arma da guerra corteggiando i giovani a rischio, compresi quelli con problemi mentali, come l’autore della strage. Con ciò violando una legge del Connecticut.
“Oggi non si tratta di rendere omaggio a nostro figlio Benjamin, oggi è come e perchè fu ucciso Ben", ha osservato Francine Wheeler, il cui figlio di 6 anni fu ucciso nella sparatoria. "Si tratta di quello che è giusto e di quello che è sbagliato: il nostro sistema giudiziario ci ha dato un po’ di giustizia oggi ma io e mio marito non avremo mai una vera giustizia, ossia avere qui con noi nostro figlio”, ha aggiunto. Le famiglie di cinque bambini e quattro adulti morti nella strage a Newtown, Connecticut, avevano fatto causa alla Remington nel 2015.
Un memoriale per le 26 vittime del massacro (Keystone)
La società aveva invocato la legge federale ma nel 2019 la corte suprema aveva ignorato il suo appello lasciando proseguire l’azione legale. La compagnia aveva offerto quindi 33 milioni, meno della metà di quello concordato ora. Ma nel frattempo Remington, una dei più vecchi produttori di armi in Usa (è stata fondata nel 1816), ha chiesto per la seconda volta la bancarotta nel 2020: gli affari sono andati male dopo la sparatoria, tra cause e restrizioni nelle vendite. I suoi asset sono stati venduti e a pagare il risarcimento sono state di fatto quattro società assicurative. L’accordo dunque è un monito non solo per l’industria delle armi ma anche per le compagnie bancarie e assicurative che la sostengono.
Nella sparatoria di Sandy Hook, che sconvolse il mondo intero e vide piangere Barack Obama, morirono 20 alunni e sei insegnanti. Ad ucciderli fu il 20enne Adam Lanza con un Ar-15 legalmente detenuto dalla madre: prima ammazzò lei a casa, poi fece irruzione a scuola, quindi si tolse la vita. Da allora le sparatorie sono proseguite senza che neppure l’amministrazione Biden e un Congresso in mano ai dem siano riusciti ad imprimere una vera stretta alle circolazione delle armi.