Uno studio mostra i primi risultati. Funziona il nuovo monoclonale
Si fanno sempre più forti gli indizi che la variante Omicron dia luogo a forme meno gravi di Covid-19. Una ricerca coordinata dall’University of California di Berkeley e pubblicata sulla piattaforma medRxiv in pre-print, prima della revisione della comunità scientifica, mostra un minor rischio di finire in ospedale, avere bisogno di cure in terapia intensiva e morte tra chi si ammala con Omicron rispetto a chi contrae la variante Delta. La ricerca è una delle prime a confrontare l’andamento dell’infezione ‘in diretta’ su due gruppi di pazienti ammalatisi a dicembre con Omicron o Delta. Delle 52.297 persone infettate con la variante Omicron monitorate, 222 avevano avuto bisogno del ricovero, 7 della terapia intensiva, nessuno della ventilazione meccanica e 1 è morto. Tra i malati con Delta, questi valori erano rispettivamente 222, 23, 11 e 14.
Numeri che equivalgono a un minor rischio di ricovero del 52%, di terapia intensiva del 74%, di morte del 91% con Omicron. “Le riduzioni della gravità della malattia associate alle infezioni da variante Omicron erano evidenti sia nei pazienti vaccinati sia in quelli non vaccinati", sottolineano i ricercatori che, tuttavia, sono cauti: anche se la variante Omicron è meno grave, "gli alti tassi di infezione nella comunità possono sopraffare i sistemi sanitari e potrebbero tradursi in un numero assoluto elevato di ricoveri e decessi”. Il timore è confermato dall’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: nell’ultima settimana nel mondo si sono registrati 15 milioni di nuovi contagi, un incremento del 55% rispetto alla scorsa settimana. Stabili i decessi (43 mila), ma potrebbe essere ancora presto per vedere su scala globale gli effetti sulla mortalità dell’ultima ondata di Omicron.
In Africa, il primo continente a incontrare la variante, la scorsa settimana si è registrato un aumento dell’84% dei decessi rispetto alla settimana precedente. Intanto, una nota positiva sul fronte delle terapie: una ricerca pubblicata in pre-print sulla piattaforma bioRxiv mostra che l’anticorpo monoclonale bebtelovimab, sviluppato da AbCellera e Eli Lilly, neutralizza efficacemente Omicron e le altre varianti. Inoltre, uccide il virus a bassi dosaggi e questo apre la strada all’utilizzo sottocutaneo, più agevole della somministrazione endovena. Lilly ha fatto sapere che sta lavorando con l’FDA per ottenere un’autorizzazione di emergenza del farmaco