L’incontro, di poco più di un’ora e a porte chiuse, era stato richiesto da Stati Uniti, Francia e Regno Unito
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non è riuscito a parlare con una sola voce ieri nella sua riunione d’emergenza innescata dall’ultimo lancio di missili ipersonici da parte della Corea del Nord, il giorno dopo un altro test di Pyongyang.
“La Francia voleva una dichiarazione ma Russia e Cina hanno detto che non era il momento, che c’era bisogno di tempo per analizzare la situazione”, ha spiegato un diplomatico di un Paese membro del Consiglio.
L’incontro, di poco più di un’ora e a porte chiuse, era stato richiesto da Stati Uniti - iniziativa rara dal 2017 -, Francia e Regno Unito. Il suo obiettivo era esaminare il lancio di missili effettuato a inizio settimana da Pyongyang, presentato come “ipersonico". La Corea del Nord ha poi annunciato giovedì di aver testato con successo un missile antiaereo "di recente sviluppo”.
Nella sua bozza di testo, Parigi ha voluto affermare “la preoccupazione” del Consiglio nei confronti delle attività nordcoreane e “chiedere la piena applicazione delle sanzioni", ha affermato una fonte diplomatica. La maggioranza del Consiglio, compresi gli Stati Uniti, ha sostenuto la bozza di dichiarazione "ma Russia e Cina hanno indicato che non è rilevante in questa fase”, secondo la stessa fonte.