FRANCIA

‘L’orrore’ dell’assalto al Bataclan rivissuto con un audio

Un inquirente interrogato come testimone ha fatto rivivere gli attimi della strage. Nel supporto sonoro sono stati contati 258 spari

In tribunale (Keystone)
17 settembre 2021
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Momenti di grande emozione oggi al processo di Parigi per gli attentati del 13 novembre 2015, quando un inquirente, interrogato come testimone, ha fatto rivivere – anche con l’ausilio di registrazioni audio – diversi secondi della strage all’interno del teatro Bataclan.

A raccontare “l’orrore” – come lo ha definito – è stato Patrick Bourbotte, della brigata criminale di Parigi, che entrò nel teatro in cui durante la strage morirono 90 persone quando tutto si era ormai concluso, alle 5 del mattino. “È quasi indescrivibile ma bisogna descriverlo – dice l’inquirente, che ha 51 anni – l’ambiente è angosciante, lugubre, freddo. La luce bianca, i soffitti altissimi, l’aspetto è di una cattedrale. I corpi sono aggrovigliati fra loro, ce ne sono tanti... mai visto niente del genere. Camminiamo fra sangue coagulato, in mezzo a pezzi di carne, di denti, in mezzo a cellulari che suonano”.

Bourbotte si interrompe spesso per respirare a fondo durante il racconto: “Cadaveri, cadaveri e cadaveri” ripete l’inquirente, al quale tornano in mente particolari come “il soffitto sfondato” dall’istinto di sopravvivenza di chi ha provato a fuggire aprendosi un varco, “il pavimento verde-blu interamente ricoperto di sangue condensato”, una scena “da incidente aereo”.

L’inquirente ha anche un piccolo registratore audio che ritrovò nella sala da concerto e che ha registrato tutto l’assalto. Ne diffonde in aula soltanto pochi istanti: “Solo per capire quel momento di barbarie, dura solo 22 secondi, ma sembrano un’eternità. È necessario”. Alcuni familiari delle vittime si alzano ed escono dall’aula. Si sente il gruppo che era in scena quella sera, i californiani Eagles of Death Metal, che suona e viene interrotto dai primi spari. L’audio si interrompe, riprende, poi il testimone elenca alcune frasi senza farle ascoltare: “Mettiti giù o ti sparo! Alzati o ti ammazzo! Perché bombardate i nostri fratelli in Siria? Siamo venuti qui per fare la stessa cosa. Vieni qui, tu, vieni! Adesso vi bombardiamo a terra, noi non abbiamo bisogno di aerei! Ti avevo avvertito di non muoverti... Conoscete Daech, lo Stato Islamico”.

Gli inquirenti hanno anche contato – nella registrazione che in tutto dura 32 minuti – gli spari, 258 in tutto, a raffiche e a singoli colpi.

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