L'ex presidente del Consiglio rilancia la Carta dei valori e cerca di rinsaldare la sua leadership. Ma resta il rebus del quorum in Rete
Il grande nodo della riforma Cartabia nasconde uno degli obiettivi messi in campo da Giuseppe Conte nel suo tour de force tra i parlamentari del M5S: "rinsaldare", sul campo, una leadership che non ha ancora il "placet" della Rete. L'ex premier fino a giovedì sera, ha organizzato un programma di riunioni con i parlamentari divisi per commissioni.
La priorità è provare a dare una linea unitaria a un Movimento stremato da mesi di navigazione a vista. Ma è anche quella di non far apparire la sua leadership troppo verticistica. Del resto, il primo vero voto dell'era Conte si avvicina: sarà il 2-3 agosto e in ballo ci sarà il nuovo Statuto. Che il documento di quasi 40 pagine preparato dall'ex premier sia approvato dalla Rete sulla nuova piattaforma appare scontato. Meno scontato è che ottenga un plebiscito. Per la prima votazione serve la maggioranza degli aventi diritto al voto. Ad averne diritto sono gli iscritti da almeno sei mesi - quindi prima del 2 febbraio 2021 - con l'esclusione dei cosiddetti "dormienti", ovvero di coloro che, negli ultimi 15 mesi non hanno fatto neanche un accesso alla precedente piattaforma (Rousseau). La platea, insomma, rispetto a precedenti votazioni è sensibilmente ristretta ma il quorum è tutt'altro che scontato.
In caso di mancata maggioranza degli iscritti si tornerà a votare il 5-6 agosto: il quorum, questa volta, sarà la maggioranza più uno dei votanti. Ciò che dal punto di vista del risultato finale appare poco più che una formalità per Conte non lo è. Il leader in pectore ha l'obiettivo dichiarato di cominciare con una forte maggioranza alle spalle, elemento che lo renderebbe più saldo sia all'interno del Movimento sia nella maggioranza. Non è un caso che, in mattinata, gli account social dell'ex premier rilancino in una clip la Carta dei Valori contenuta nel nuovo Statuto. E a far da contorno alle parole di Conte sono immagini in slow motion dei paesaggi e dell'umanità italiana e una colonna sonora sontuosa. "Noi siamo in ciò che crediamo", sottolinea Conte nel filmato primi di elencare le priorità del M5S 2.0, dalla transizione ecologica alla giustizia sociale. Proprio anche dare spazio al "sentiment" dei gruppi il M5S potrebbe configurarsi di lotta e di governo.
La permanenza in maggioranza è scontata ma, sulle battaglie-simbolo, vorrà farsi sentire. Come sul conflitto di interessi, che Conte considera centrale e in merito al quale il M5S, sulla scia del caso dei convegni tenuti da Renzi in Arabia Saudita, ha avanzato una proposta che sanziona i parlamentari che prendono proventi da Stati stranieri. E chissà se è un caso che, sul dl Recovery, al Senato, in nove tra i Cinque Stelle non hanno partecipato al voto di fiducia. Tra loro "big" come Paola Taverna, Vito Crimi, Alessandra Maiorino o Gianluca Perilli. Assenze che, secondo alcune fonti parlamentari del MS5, potrebbero essere anche un segnale (debole, nei numeri) rispetto al voto sulla riforma Cartabia. Lì gli "assenti ingiustificati" potrebbero essere ben di più e per il Conte neo-leader sarebbe la prima grana