Estero

Haiti: assassinato il presidente Moise

Jovenel Moise è stato ucciso nella sua abitazione da un commando formato da 'elementi stranieri', ferita la moglie. Lo annuncia il primo ministro

Jovenel Moise in una foto del 2019 (Keystone)
7 luglio 2021
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Un commando armato di "mercenari", alcuni dei quali parlavano spagnolo, ha ucciso la notte scorsa verso l'1 locale nella sua residenza il presidente haitiano Jovenel Moise, ferendo gravemente la moglie, Lady Martine. I

l portale di notizie InfoHaiti.net ha pubblicato un comunicato del primo ministro, Claude Joseph, che ha assunto la conduzione del Paese ed ha condannato quello che ha descritto come un "atto odioso, disumano e barbaro".

Il premier ha convocato una riunione speciale del consiglio di sicurezza, invitando la popolazione a mantenere la calma. "La situazione nel Paese - ha sostenuto - è sotto il controllo della polizia nazionale e delle forze armate haitiane".

Il portale riferisce anche dal quotidiano The Miami Herald, che gli attaccanti "hanno affermato di essere agenti della Dea statunitense", secondo quanto risulta da un video ripreso da persone che si trovavano nella residenza di Moïse.

Un funzionario del governo haitiano ha però categoricamente smentito che possa essersi trattato di agenti della Dea, ed ha assicurato che "questi erano mercenari".

Residenti hanno riferito di aver visto aggirarsi nella zona uomini in tuta mimetica nera ed avere sentito spari di armi di grosso calibro e notato volare dei droni.

Il giornale statunitense sostiene che "la morte del capo dello Stato getterà Haiti in un gravissimo caos".

Moïse, insediatosi nel 2017, da gennaio 2020 governava per decreto, e senza la presenza di un Parlamento. Affrontava crescenti proteste da parte di associazioni politiche, sociali e religiose, che lo accusavano di aver creato ad Haiti una profonda crisi politica e costituzionale, usando bande armate per rimanere al potere.

Proprio ieri Moïse aveva nominato un nuovo primo ministro, Ariel Henry, per preparare il paese alle elezioni che avrebbero portato il 26 settembre allo svolgimento di un referendum costituzionale e all'elezione di un presidente e di un nuovo parlamento.