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A processo a Ivrea ex guardia di finanza indagato anche a Lugano

L'ex brigadiere delle Fiamme gialle ha svolto anche l'attività di broker a Lugano, è accusato di aver emesso fatture false per sponsorizzazioni

(Ti-Press)
2 luglio 2021
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Sarà processato il prossimo 10 dicembre dai giudici del Tribunale di Ivrea l'ex brigadiere della Guardia di Finanza, che una volta smessa la divisa grigia, ha svolto anche l'attività di broker a Lugano, specializzandosi nella emissione di fatture false per sponsorizzazioni gonfiate emesse da società ''cartiere'' a favore di scuderie automobilistiche, attive nel mondo dei rally. Il rinvio a giudizio con dibattimento in aula è stato disposto dal giudice delle indagini preliminari Ombretta Gallo del Tribunale di Ivrea che ha accolto la richiesta del magistrato inquirente Alessandro Gallo, sostituto della Procura di Ivrea. Rinviati a giudizio altri sei imputati fra cui un fratello dell'ex finanziere e due imprenditori della provincia di Pavia.

L'accusa per l'ex militare della Guardia di finanza, che continua ad essere sotto indagine anche a Lugano, nell'ambito di una inchiesta a carico di un ispettore fiscale ticinese e un italiano, imprenditore a Agno, attivo nel mondo delle MotoGp (il terzetto era stato arrestato) è di aver emesso tra il 2010 e il 2015, in concorso con gli altri imputati, per il tramite di tre società di Ivrea, Bergamo e Brescia, a lui riconducibili, fatture false per sponsorizzazioni per una mezza dozzina di milioni di euro, consentendo in questo modo a numerose società di evadere il fisco. Al finanziere, oltre all'occultamento dei libri contabili, per non consentire agli investigatori la ricostruzione dei redditi e il volume degli affari dell'ex guardia di finanza, è contestata anche la recidiva relativa a precedenti condanne, la prima delle quali a quattro anni di carcere, inflitta nel 2014 dai giudici di Rimini. Recentemente l'accusato, e con lui un figlio e altri diciassette indagati, fra cui due noti campioni comaschi di rally, ha ricevuto un avviso di chiusura delle indagini firmato da Giuseppe Rose, sostituto della Procura di Como. Gli indagati sono accusati a vario titolo di frode fiscale per 5 milione e 200 mila euro, nell'ambito di una inchiesta iniziata nel 2014 per fatti accaduti fra il 2011 e il 2016. Una vicenda analoga a tutte quelle registrate nel corso degli anni: contratti pubblicitari e servizi professionali nel mondo dei rally automobilistici.

L'indagine di Como, così come quelle di Ivrea, parte da lontano. E' infatti una costola dell'inchiesta iniziata nel 2012 a Rimini. Per Giuseppe Rose, sostituto comasco, l'ex membro delle Fiamme Gialle sarebbe il titolare, assieme al figlio, di una delle tre società cartiere che avrebbero fornite fatture false per oltre 12 milioni di euro.  Per dire quanto sia diffuso il fenomeno delle false sponsorizzazioni nell'inchiesta della Procura lariana, le persone indagate erano complessivamente 125. La posizione di 106 indagati è stata archiviata in quanto i reati erano prescritti. Anche per i 19 indagati rimasti nell'inchiesta c'è il rischio prescrizione che se ha valenza sul piano penale, non influirebbe sui sequestri preventivi già eseguiti per quasi 5 milioni di euro.

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