Un uomo aggredisce i passanti davanti alla vecchia sede del settimanale satirico, dove avvenne la strage del 7 gennaio 2015
Più di cinque anni dopo la strage nella redazione di Charlie Hebdo del gennaio 2015, torna il terrore a Parigi. È stato lo stesso edificio vicino alla Bastiglia ad essere preso di mira, anche se i sopravvissuti del celebre giornale satirico hanno ormai traslocato in un luogo segreto e protetto. Poc prima di mezzogiorno, un cittadino pachistano di 18 anni, Alì H., con una mannaia da macelleria, ha aggredito due persone che si è trovato davanti, ferendole in modo grave. Si tratta di due dipendenti di un'agenzia di stampa rimasta nell'edificio dell'attentato, che erano scesi in strada per fumare una sigaretta.
Comprensibilmente, l'aggressione ha avuto un'eco immediata e drammatica, persino oltre la gravità del fatto Al numero 6 di rue Nicolas Apper c'era l'ingresso della redazione di Charlie Hebdo, dove i fratelli Kouachi fecero irruzione armati fino ai denti e uccisero dodici persone. E proprio in questi giorni, a qualche chilometro di distanza, a palazzo di Giustizia è in corso il processo ai fiancheggiatori dei due killer e del loro complice Amédy Coulibaly, che due giorni dopo la strage di Charlie ne compirà un'altra nel supermercato Hypercacher. All'inizio del processo, il 2 settembre, la redazione del giornale ha ripubblicato le vignette con le caricature di Maometto, che tanto hanno indignato gli integralisti islamici, scatenando nuove minacce da parte di al Qaida.
I due feriti, un uomo e una donna di 36 e 28 anni, sono dipendenti della stessa agenzia di stampa, Premières lignes, rimasta nella sua sede, che il giorno della strage del 2015 riuscì a riprendere in immagini la fuga dei fratelli Kouachi dopo la strage. I testimoni hanno riferito di avere dapprima udito le grida dei feriti e visto un uomo, zoppicante e insanguinato, inseguito da un forsennato con una mannaia in mano. La vittima ha tentato di ripararsi, finendo disteso su un prato vicino, con la gamba gravemente ferita, mentre la collega era stata ferita alla testa. Entrambi sono stati trasportati in ospedale alla Pitié-Salpetrière; e la donna successivamente trasferita al Pompidou. Sono gravi ma la loro vita non sarebbe in pericolo.
La fuga dell'aggressore è presto finita nel quartiere della Bastiglia, dove si sono concentrati i rinforzi della gendarmeria e della polizia. Dopo meno di un'ora, il giovane è stato individuato mentre usciva dalla metropolitana in piazza della Bastiglia e si è seduto inoffensivo sui gradini dell'Opéra. Gli agenti l'hanno fermato senza che opppnesse alcuna resistenza. Dieci minuti dopo, alla fermata del metro di Richard Lenoir, vicino al luogo dell'attentato, è stato fermato un uomo visto al suo fianco durante l'azione, un trentatreenne algerino di cui si ignora ancora il ruolo. Era accanto ad Alì ma non ha partecipato all'attacco, forse un conoscente o un fiancheggiatore.
La procura ha subito indirizzato l'inchiesta sul movente ideologico-confessionale. Una pista confermata in serata dal ministro dell'Interno Gerald Darmanin: "Si tratta, chiaramente, di un atto di terrorismo islamista. È un nuovo sanguinoso attacco contro il nostro paese, contro dei giornalisti". E, secondo quanto appreso da fonti degli inquirenti, altre cinque persone sono state fermate interrogate insieme al diciottenne e all'algerino. Un atto isolato, forse, ma non el tutto.