L'operazione antimafia di quattro anni fa aveva portato a una raffica di arresti per associazione mafiosa
Le mani della 'ndrangheta sulla movida di Cantù, dove i clan calabresi avevano trasformato piazza Garibaldi in un terreno di scontro, per alzare il livello della tensione e costringere gli esercenti ad arrendersi e cedere i locali. È la lettura più aderente alla sentenza, pronunciata nel fine settimana, dai giudici della Corte d'Appello di Milano che hanno sostanzialmente ribadito le condanne inflitte dalla Corte d'Assise di Como, confermando l’impianto accusatorio dell’operazione antimafia che, quattro anni fa, aveva portato a una raffica di arresti per associazione mafiosa, estorsione aggravata dal metodo mafioso, lesioni per le botte in piazza, spari contro passanti e pure contro il nipote dell’allora boss di Mariano Comense, gambizzato nell’ottobre del 2015.
La novità più importante, dal punto di vista giuridico, è la decisione dei giudici di Milano di concedere ai due esecutori materiali dell’attentato contro Ludovico Muscatello la continuazione dei reati con la condanna subita per il tentato omicidio del nipote del boss Salvatore Muscatello, a lungo capo della ‘Lombarda’. Insomma, il capo di tutte le 'ndrine della Lombardia. Tredici anni e nove mesi sono stati inflitti a Rocco Morabito, boss emergente, capace di scalzare il potere cinquantennale della famiglia Muscatello. A Como era stato condannato a 18 anni. Nove i condannati per complessivi 92 anni di carceri.