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Covid-19: 13,5 milioni di casi al mondo, virus senza freni in Usa

Da inizio pandemia sono morte 583.450 persone, mentre quelle guarite sono 7.531.380. L'Fmi: "Forte incertezza economica, serve sforzo collettivo del G20".

16 luglio 2020
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Stando ai conteggi della Johns Hopkins University a oggi i contagi da coronavirus nel mondo sono 13.516.656, inclusi 583.450 morti. Dall'inizio della pandemia sono guarite 7.531.380 persone. Gli Stati Uniti registrano un altro record in 24 ore: i nuovi contagi sono stati 67.632. Secondo la Johns Hopkins University, i decessi negli Usa sono in totale 137.357 su 3.495.537 di casi.

La pandemia continua a mietere vittime anche in America latina, dove nelle ultime 24 ore i contagiati hanno raggiunto quota 3.526.310, di cui 150.802 sono poi morti. Guida la classifica il Brasile con 1.966.748 contagi e 75.366 morti, mentre il presidente Jair Bolsonaro ha avuto la conferma di positività a un secondo test del Covid-19. Il Brasile ieri ha registrato ulteriori 1.233 decessi e 39.924 contagi. Lo ha comunicato in serata il Consiglio nazionale dei segretari sanitari (Conass). Seguono, nei 35 fra Paesi e territori latinoamericani, il Perù (377.724 casi, 12.417 decessi) e il Cile (321.205 e 7.186).

Il Fondo monetario internazionale: economia in ripresa bassissima

L'attività economica ha iniziato a riprendersi da livelli molto bassi, ma l'incertezza resta alta. Lo afferma il Fondo monetario internazionale (Fmi) nel documento preparato per il G20 dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali, che si terrà virtualmente il 18 luglio.

Al G20 il Fondo chiede "sforzi collettivi": "sono essenziali per mettere fine alla crisi finanziaria e rilanciare la crescita". "Molti paesi saranno profondamente colpiti dalle cicatrici economiche della crisi" del coronavirus: "preoccupano" i problemi del mercato del lavoro con alcuni paesi che fra marzo e aprile hanno perso più posti di quanti creati dalla fine della crisi finanziaria, afferma il direttore generale del Fmi, Kristalina Georgieva, in vista della riunione virtuale del G20. La pandemia, mette in evidenza, aumenterà probabilmente la povertà e le disuguaglianze. Da qui l'invito ai paesi del G20 a lavorare insieme per sfruttare le opportunità offerte dalla crisi per un "futuro migliore. "Siamo entrati in una nuova fase della crisi, una fase che richiederà; ulteriore agilità politica e azione per assicurare una ripresa durevole e condivisa", aggiunge Georgieva, sottolineando che l'attività economica globale "ha iniziato gradualmente a rafforzarsi. Ma non siamo ancora fuori dai guai". Gli stimoli all'economia per far fronte all'emergenza coronavirus vanno "mantenuti per il tempo necessario e, in alcuni casi, ampliati", afferma il direttore generale del Fm, precisando che gli aiuti concessi hanno causato un "sostanziale aumento dei livelli di debito" e questo "è una seria preoccupazione. A questo punto della crisi, in ogni caso, i costi di un ritiro prematuro" degli stimoli "sono maggiori che il continuare" a elargirli.

Il Fmi lancia poi l'allarme per il possibile balzo dei default fra le imprese. Le richieste per la bancarotta negli Stati Uniti nel 2020 hanno raggiunto livelli non visti dalla crisi finanziaria. E secondo una analisi dello staff del Fondo su 17 Paesi, le bancarotte potrebbero triplicare da una media del 4% delle piccole e medie imprese prima della pandemia al 12% nel 2020 senza aiuti pubblici. "L'aumento maggiore sarebbe in Italia in seguito al forte calo della domanda aggregata e l'elevata produzione in industrie" che richiedono molti contatti.