Si ingarbuglia la situazione: la legge approvata potrebbe rinviare l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea
La Camera dei Comuni britannica ha approvato stasera anche in ultima lettura la legge anti-no deal promossa per cercare di imporre un rinvio della Brexit alla scadenza del 31 ottobre. A favore hanno votato 327 deputati, contro 299. Il risultato suggella la sconfitta dal governo di Boris Johnson sul testo.
La legge tuttavia è passata con un emendamento di alcuni laburisti pro Brexit soft che lega il rinvio solo alla possibile approvazione di una versione dell'accordo di Theresa May. Ora va alla Camera dei Lord, che inizierà a esaminarla da domani.
L'emendamento introdotto in extremis, grazie a un sotterfugio tecnico reso possibile per indebolire la legge dalla tattica parlamentare dello stesso governo, era stato presentato dal deputato laburista Stephen Kinnock e da 16 suoi compagni di partito, contrari al no deal, ma anche al Remain.
Esso di fatto esclude che il rinvio della Brexit evocato dalla legge possa essere usato per mettere sul tavolo un progetto di secondo referendum. Ma solo per dare tempo di trovare un accordo. La proroga richiesta dal testo pari a tre mesi rispetto alla scadenza del 31 ottobre non sarebbe peraltro sufficiente, verosimilmente, per istruire l'iter verso un nuovo voto referendario.
Secondo gli osservatori obiettivo diel leader laburista Jeremy Corbyn - e più ancora di altri laburisti e oppositori di maggior caratura eurofila - pare quello di tenere il governo a bagnomaria e allontanare le urne a non prima di novembre. Anche se non è chiaro come si possa pensare di costringere un premier che ripete senza sosta di voler portare il Regno fuori dall'Ue il 31 ottobre 'senza se e senza ma' a negoziare un rinvio della Brexit per legge. Tanto più sullo sfondo dell'incoraggiamento che a Boris arriva dalla Bank of England (col ridimensionamento se non altro degli scenari peggiori d'un eventuale no deal). E dell'assoluzione incassata in un primo tribunale, l'Alta corte di Scozia, sulla legittimità della contestatissima sospensione del Parlamento destinata ad andare in scena fra una settimana come che sia. Lo stesso Crobyn in serata ha formalizzato il suo no alla mozione presentata stasera dal premier Tory, Boris Johnson, per la convocazione di elezioni anticipate il 15 ottobre. Ha ribadito di voler che prima sia attuata la legge anti-no deal appena approvata ai Comuni, per garantire una hard Brexit il 31 ottobre e definito "un'offerta avvelenata" la data indicata da Johnson: "una mossa cinica di un primo ministro cinico".
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