Nel 22esimo anniversario del massacro a Srebrenica di oltre 8mila musulmani ad opera delle truppe serbo-bosniache di Ratko Mladic, oltre 20mila persone hanno partecipato oggi alle cerimonie commemorative al cimitero-memoriale di Potocari, alle porte della cittadina martire. E in questa triste giornata la terra di Srebrenica ha accolto i resti di altre 71 vittime del genocidio del 1995, identificate negli ultimi dodici mesi. Sono stati sepolti i resti di 70 uomini e ragazzi, tra cui sette minorenni, e di una donna, Dzemila Mahmutovic, uccisa all’età di 33 anni. Il figlio Ibro, che tredicenne ha visto la madre nel 1995, ha seppellito oggi, come succede per molte altre vittime, solo un suo osso, trovato alla discarica di Zaklopaca.
Nel cimitero-memoriale di Potocari c’erano fino ad oggi 6’504 sepolcri di vittime del genocidio, trovate, identificate e seppellite negli anni passati, ma le tumulazioni e la commemorazione odierna sono state segnate da rinnovate tensioni come quelle causate dall’annunciata manifestazione, poi vietata, a Banja Luka a sostegno del carnefice di Srebrenica, il generale Ratko Mladic.
Ai serbi che negano il genocidio e celebrano i criminali di guerra, l’esponente musulmano della presidenza tripartita bosniaca, Bakir Izetbegovic, ha chiesto oggi di porre fine a tale negazione e di fare così un passo verso la vera riconciliazione e un futuro migliore, ricordando che "le fondamenta della riconciliazione si devono costruire sulla giustizia e la verità".
"Senza la giustizia non c’è pace", ha detto oggi a Potocari anche il presidente del Tribunale penale internazionale dell’Aja (Tpi) Carmelo Agius, che ha sottolineato come la giustizia sia arrivata con una sentenza del Tpi che per prima ha accertato che cosa era successo nel luglio del 1995. Sentenza seguita da una serie di casi trattati. "Vi assicuro – ha detto Agius rivolgendosi ai familiari dei sopravvissuti – che spesso la negazione e la smentita sono diretti a spezzare psicologicamente e culturalmente la vostra popolazione e di fermare cosi il progresso di questo paese non permettendo la rimarginazione delle ferite: è una trappola, non cascateci, dovete essere voi i leader della riconciliazione".
Oltre alle numerose autorità bosniache, alla commemorazione hanno partecipato i rappresentanti delle organizzazioni internazionali e di numerosi paesi occidentali – per l’Ue il capo delegazione in Bosnia Lars-Gunnar Wingemark, che ha ricordato come l’Unione europea sia stata costituita affinché non si ripetano mai più sul suolo europeo eccidi e genocidi. "Nonostante ciò – ha detto Wingemark – 22 anni fa non siamo riusciti a evitarlo e tutti ne siamo responsabili" (Ats).