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Aids, ogni 2 minuti un giovane contrae il virus. L'Unicef: casi in aumento del 60% se i progressi si fermano

1 dicembre 2016
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I casi di trasmissione di Hiv tra gli adolescenti, a livello mondiale, sono destinati a crescere fino al 60% entro il 2030 se i progressi dovessero arrestarsi. Questo il nuovo allarme lanciato dall'Unicef che specifica, in un rapporto lanciato oggi che: "ogni due minuti un adolescente, con molte probabilità una ragazza, contrae l'Hiv". 

Nel caso di un arresto dei progressi per raggiungere gli adolescenti, i nuovi casi di contagio da Hiv per questa fascia di età aumenteranno fino a 400’000 ogni anno, rispetto ai 250’000 del 2015 in tutto il mondo.

L'Aids resta tra le cause principali di morte tra adolescenti 

Nel 2015 ha causato 41’000 vittime fra i ragazzi tra i 10 e i 19 anni, secondo il settimo rapporto sui bambini e l’Aids ’For Every Child: End AIDS’.

Nel rapporto viene sottolineato che sono stati fatti considerevoli progressi nella prevenzione della trasmissione materno infantile dell’Hiv. Nel mondo, fra il 2000 e il 2015, sono stati evitati 1,6 milioni di nuovi contagi fra i bambini. Nel 2015 sono state colpite 1,1 milioni di persone fra bambini, adolescenti e donne.

I bambini fra 0 e 4 anni che convivono con l’Hiv, rispetto a tutti gli altri gruppi di età, avverte l’Unicef, vanno incontro ai maggiori rischi di morte causata dall’Aids, e questi casi sono spesso diagnosticati e curati troppo tardi. Solo alla metà dei bambini nati da madri sieropositive viene effettuato un test per l’Hiv nei primi due mesi di vita, e in Africa Subsahariana l’età media dei bambini, che cominciano a ricevere cure e ai quali le madri hanno trasmesso il virus dell’Hiv, è di circa 4 anni.

Nel 2015 nel mondo erano circa 2 milioni gli adolescenti fra i 10 e i 19 anni che convivevano con l’Hiv. Nell’Africa Subsahariana, la regione maggiormente colpita, 3 nuovi casi su 4 registrati fra gli adolescenti dai 15 ai 19 anni hanno colpito le ragazze.