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Dossieraggio e hacker in Italia, coinvolte società luganesi

Due degli indagati avrebbero operato da Lugano, come emerge dall'inchiesta milanese sull'accesso abusivo a database e illecita raccolta di informazioni

Immagine di archivio
(Depositphotos)
30 ottobre 2024
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Ha delle propaggini anche in Svizzera, e in particolare in Ticino, l'inchiesta milanese su un presunto dossieraggio su larga scala, soprattutto nel mondo della imprenditoria e della finanza, per la quale sono indagate una decina di persone. Lo si evince dalle carte dell'inchiesta visionate da ‘laRegione’.

La presunta “attività di dossieraggio su larga scala” commissionata da grandi imprese, studi professionali e legali e da altri “clienti”, scoperta nell'indagine della Dda di Milano e della Dna, avrebbe avuto al centro la società di investigazioni e analisi dei rischi Equalize srl, di cui il socio di maggioranza è Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano (totalmente estranea all'inchiesta). Pazzali risulta indagato nell'indagine che ha portato anche a perquisizioni.

La presunta associazione per delinquere composta da hacker e appartenenti alle forze dell'ordine, anche attraverso la società di investigazione, avrebbe prelevato dalle banche dati strategiche informazioni su conti correnti, precedenti penali e altro, evadendo la richiesta dei “clienti” interessati a condizionare le attività di loro “concorrenti”. Equalize, stando alle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, avrebbe fornito ‘servizi’ anche in uno scenario di “faide” e di rivalità tra famiglie dell’imprenditoria. Sarebbero stati scaricati dai terminali, poi, sempre per finalità di “condizionamento”, anche dati di esponenti politici. In alcuni casi, le informazioni riservate sarebbero state girate ai media, e quindi rendendole pubbliche, con lo scopo di fare pressioni.

Fra gli indagati compare il Ceo, residente in Italia, di una società con sede a Lugano attiva nel settore della sicurezza aziendale, “e segnatamente nell’ambito della cyber security e nella tutela del patrimonio personale e aziendale”. Azienda attraverso la quale l’indagato forniva alla società inquisita, “illecitamente il servizio di ‘positioning’ di apparati telefonici mobili, utilizzando esclusivamente le relative utenze telefoniche e senza che il target monitorato si accorga di nulla”. In parole povere, l'uomo localizzava illecitamente la posizione dei telefoni di altre persone e altrettanto illecitamente la forniva ai principali indagati.

Invece, un altro indagato, un ingegnere informatico formalmente residente a Luino risulta avere ricoperto delle cariche societarie in una società di servizi informatici con sede a Ginevra e con una succursale, ora chiusa, a Lugano: l’uomo, come riportato negli atti dell’inchiesta, si occupava della “esecuzione abusiva e illecita di attività d'intercettazione ed estrapolazione di comunicazione e conversazioni telefoniche e telematiche”. Infine, sempre a Lugano ha sede un’altra delle società citate nell’inchiesta, che operava nella raccolta illegale di movimenti bancari.