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Delitto di Garzeno, il 17enne contesta le accuse

Il giovane fermato per l’omicidio volontario e pluriaggravato di un 74enne è richiuso al Beccaria, il carcere minorile di Milano

I fatti risalgono al 24 settembre
(archivio Ti-Press)
22 ottobre 2024
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Sorpreso mentre stava rubando nella casa del cugino della madre, ha preso in cucina un coltello per poi scagliarsi contro il pensionato colpendolo con oltre venti fendenti sino a provocarne la morte. È il convincimento della Procura dei minori di Milano e dei carabinieri del reparto operativo di Como che con il fermo del 17enne trapper di Catasco ritengono di aver risolto il delitto che ha scosso la frazione di Garzeno: l'assassinio di Candido Montini, 74enne pensionato, titolare di un piccolo negozio di alimentari, ex vice sindaco, ucciso lo scorso 24 settembre.

Dalla notte scorsa il ragazzo è richiuso al Beccaria, carcere minorile di Milano, con l'accusa di omicidio volontario e pluriaggravato. Il ragazzo è stato formalmente sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, dopo che in caserma a Como, era stato sottoposto a un lungo interrogatorio da parte del pubblico ministero della Procura per i minori. Interrogatorio nel corso del quale il minorenne si è sempre professato innocente ed estraneo alle accuse. Stando alla nonna, il 17enne il giorno del delitto si trovava a Dongo per sostenere l'esame per conseguire la patente per condurre la moto. Anche i genitori escludono che il loro figlio possa essere un assassino.

Nel frattempo si è avuta la conferma che gli investigatori sono arrivati al minorenne grazie ai controlli incrociati del Dna, che avrebbero consentito di individuare il sospettato. Nelle ultime ore si è appreso anche che il movente sarebbe il tentativo di furto, finito poi nel sangue. L'assassino di Candido Montini aveva portato via il portafoglio della vittima e, prima di essere scoperto, era entrato in camera da letto dove aveva aperto un cassetto dal quale, verosimilmente, potrebbe aver sottratto altro denaro. Il portafoglio vuoto era stato trovato a una ventina di metri dal cancelletto che conduce alla casa della vittima. E sempre lì, sopra la tettoia in lamiera di una vecchia legnaia, i carabinieri avevano ritrovato pochi giorni dopo anche il coltello usato dall’omicida. Un coltello da cucina in alluminio con il manico rotondo. È probabile che nello sferrare le coltellate mortali, l’omicida si sia a sua volta ferito, lasciando del sangue sulla scena del crimine. Fra gli elementi a disposizione dell'accusa ci sono anche alcune immagini registrate da telecamere private in cui si vedrebbe il ragazzo allontanarsi dalla casa del cugino della madre.

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