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Videogame vintage ‘tarocchi’, sequestri anche nel Varesotto

L'operazione ‘Coin-up 80’ ha portato al sequestro di circa 12mila imitazioni di famose console con precaricati celebri giochi degli anni 80 e 90

I materiali sequestrati
(Guardia di Finanza)
13 settembre 2024
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Ha toccato anche la provincia di Varese l'operazione "Coin-up 80" svolta in tutta Italia dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Torino contro il fenomeno della contraffazione e della pirateria di opere coperte da diritto d’autore, indebitamente duplicate e memorizzate su supporti fisici poi distribuiti a scopo di lucro, soprattutto attraverso i canali di vendita online.

L'operazione, oltre che la provincia di Varese, ha toccato anche quelle di Torino, Vercelli, Milano, Bergamo, Bologna, Verona, Venezia, Napoli, Caserta e Bari portando al sequestro di circa 12mila console di gioco, su cui erano illecitamente memorizzati oltre 47 milioni di videogiochi “piratati”, per un controvalore quantificato in oltre 47,5 milioni di euro.

Nel dettaglio, si trattava di console di gioco, portatili o da collegare a uno schermo/tv, con precaricati numerosi giochi diffusi negli anni 80 e 90, i cosiddetti "retrogame" che stanno vivendo negli ultimi anni una nuova ondata di popolarità e diffusione a livello mondiale. Tali dispositivi richiamavano nella forma o nei tratti distintivi, senza possedere le previste licenze, le iconiche “retroconsole” dei produttori ufficiali, storiche case produttrici di videogiochi che negli ultimi anni hanno rilanciato sul mercato le proprie console prodotte nelle scorse decadi, che spesso riproducono in scala, con alcuni aggiornamenti, quelle originali.

Le attività investigative hanno consentito di ricostruire la filiera distributiva delle console, tutte di provenienza cinese: la distribuzione avveniva attraverso i siti internet delle aziende italiane che l'accusa ipotizza essere coinvolte nel commercio illecito (con sede nelle province di Torino, Napoli e Bari) o tramite una rete fisica di punti vendita di alcune delle suddette aziende (presenti all’interno di centri commerciali sul territorio nazionale, nelle province di Torino, Milano, Varese, Bergamo, Verona, Venezia, Bologna, Napoli e Caserta) nonché tramite uno dei più grandi marketplace mondiali.

Le console sono risultate altresì prive della marchiatura “CE” e – per qualità di assemblaggio, non conformità elettrica e presenza di batterie non certificate – non idonee a garantire la rispondenza agli standard qualitativi in tema di sicurezza per il consumatore.

I 9 responsabili italiani individuati sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per i reati di introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi, frode nell’esercizio del commercio, ricettazione e violazione del diritto d’autore.