Una squadra internazionale di paleontologi ha scoperto caratteristiche uniche dell'ittiosauro che viveva nel mare del Triassico medio
Un po’ pesce, un po’ orca: il Besanosauro, scoperto nel 1993 nella cava di Sasso Caldo a Besano, in uno dei siti del Monte San Giorgio tra il Varesotto e il Canton Ticino, non smette di sorprendere. I nuovi studi sull’ittiosauro portati avanti da un team di paleontologi italiani, svizzeri, fiamminghi e polacchi, rivelano, infatti, la sua vita da nuotatore, con le pinne come timoni direzionali per catturare le prede, una qualità unica. Insomma, il patrimonio dell'Umanità Unesco Monte San Giorgio continua a catturare un grande interesse nella comunità scientifica, soprattutto dopo la scoperta di cui abbiamo scritto lo scorso agosto: il fermo immagine arrivato direttamente dal Triassico, 239 milioni di anni fa, 248 fossili di insetti di decine di specie.
A parlare della nuova scoperta sul Besanosauro è il professor Cristiano Dal Sasso, paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano, che con il team internazionale ha ristudiato in dettaglio tutto lo scheletro del più antico e famoso ittiosauro. Confrontandolo con quello di altri tre Besanosauri conservati al Museo di Paleontologia dell’Università di Zurigo, gli studiosi hanno scoperto come nuotavano questi rettili marini. L’articolo scientifico che ne parla è uscito l’altro giorno online sulla prestigiosa rivista scientifica ‘Swiss Journal of Paleontology’ ed è firmato oltre che da Cristiano Dal Sasso, anche da Gabriele Bindellini, che ha svolto questa ricerca con un dottorato finanziato dal Dipartimento di Scienze della Terra ‘Ardito Desio’ dell’Università degli Studi di Milano.
Scrivono Dal Sasso e Bindellini: ‘’È grazie anche alla Tac medica messa a disposizione dalla Fondazione Irccs ‘Ca’ Granda’ dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano che gli scheletri fossili dei Besanosauri compressi nella roccia da 240 milioni di anni sono stati ricostruiti in 3D. La colonna vertebrale, formata da più di 200 vertebre, rendeva il corpo molto allungato, quasi anguilliforme. Anche le pinne erano lunghissime, ma quello che rende ‘Besanosaurus’ davvero unico è la loro struttura interna. Le pinne anteriori, più lunghe delle posteriori, sono formate da ossa arrotondate che in vita erano distanziate da abbondante tessuto cartilagineo, come nelle orche e in altri cetacei; le pinne posteriori invece sono formate da quattro dita ravvicinate a formare palette più rigide, che funzionavano come timoni. E contrariamente a quanto si pensava, la coda non era dritta: il Besanosauro aveva una coda a falce molto asimmetrica. Il lobo superiore era assai più corto di quello inferiore e conferiva a questo ittiosauro un profilo simile a quello dello squalo volpe, però con la coda rovesciata sottosopra. Tutte queste appendici avevano una precisa funzione idrodinamica. Servivano per manovrare e cambiare rapidamente direzione; questo consentiva al Besanosauro di inseguire e catturare piccole prede velocissime come calamari e pesci di mare aperto. Altre specie di ittiosauri a lui contemporanee non erano in grado di farlo”.