Il giovane era stato posto agli arresti domiciliari per una rapina in un supermercato, ed era poi evaso: ai carabinieri ha fornito poi false generalità
Si trovava a Craveggia, in Val Vigezzo, sebbene su di lui pendesse un ordine di carcerazione per essere evaso dagli arresti domiciliari. Ma la presenza del giovane, come riporta VareseNews, non era sfuggita agli abitanti del paesino che lo avevano notato gironzolare di notte per le vie del paese, né alle telecamere di videosorveglianza, controllate dai carabinieri, che lo avevano immortalato mentre camminava con un atteggiamento che appariva sospetto.
Il giorno dopo una pattuglia della Stazione di Santa Maria Maggiore, presentatasi in un locale pubblico per identificare gli avventori nel corso di un controllo di routine, notava, seduto a un tavolino, un giovane molto simile a quello ripreso dalle telecamere. Alla richiesta dei documenti, il giovane ha risposto di non averli con sé ma ha fornito nome e cognome: ciò che non è bastato a convincere i carabinieri, che lo hanno accompagnato negli uffici della caserma di Domodossola per sottoporlo a un controllo fotografico e delle impronte digitali. Dalla verifica risultava quindi che non solo i dati forniti dal ragazzo erano falsi, ma lo stesso era stato sottoposto agli arresti domiciliari nel febbraio scorso a Milano per rapina: insieme ad altri cinque ragazzi e ragazze, infatti, dopo aver cercato di uscire da un supermercato con dei prodotti non pagati, avevano colpito gli addetti che avevano cercato di fermarli, venendo quindi arrestati dalla Polizia in flagranza di reato.
Il 21 agosto, poi, il 26enne si era reso irreperibile, motivo per il quale il Tribunale di Milano gli aveva revocato gli arresti domiciliari sostituendoli con la reclusione in carcere. Su disposizione della Procura di Verbania l’arrestato è stato trasferito nel carcere di Verbania, in attesa dell’udienza per direttissima. A suo carico le accuse, oltre che di evasione, anche di falsa attestazione a pubblico ufficiale sulla propria identità.