Non si esclude che gli ungulati provenissero dal Ticino. Abbattuti quasi 600 esemplari dallo scorso aprile
Nei giorni scorsi gli agenti della polizia provinciale di Como, con la collaborazione di alcuni cacciatori, hanno abbattuto quindici cinghiali sul Monte Bisbino, montagna di confine fra Cernobbio, Breggia e Vacallo. Non si esclude che gli animali possano aver valicato il confine.
L'abbattimento fa seguito all'allarme lanciato dopo che alcuni cinghiali erano stati visti passeggiare per le vie di Cernobbio: una presenza invasiva in piena stagione estiva, che ha suscitato non poche (oltre che non nuove) polemiche. I cinghiali non si sono presentati solo a Cernobbio, ma anche a Como e in altri centri abitati del comasco, così spiega Marco Testa, comandante della polizia provinciale: “Stiamo parlando di zone dove i cinghiali di notte vanno in cerca di cibo. E lo trovano nei sacchi per la raccolta dell'immondizia, che rappresentano un forte richiamo, in quanto contengono troppi scarti alimentari. Un richiamo contro il quale non sembrano esserci rimedi”.
Nel frattempo vanno avanti gli abbattimenti di ungulati per fronteggiare un'emergenza sempre più allarmante, dietro la quale si celano danni e incidenti stradali i cui costi sono elevati. Nel comprensorio di caccia delle Prealpi comasche, che include i monti tra Lario e Ceresio, da Menaggio al Bisbino passando per la Val d'Intelvi, dallo scorso 6 aprile – data d'inizio della caccia di selezione – sono stati abbattuti 565 cinghiali, a conferma che continua a essere alta l'attenzione della polizia provinciale di Villa Saporiti e dei cacciatori. Tenuta d'occhio anche la presenza di cinghiali nella Spina Verde, il parco che si estende dal capoluogo lariano al Penz di Chiasso dove, dal 2016 a oggi, sono stati abbattuti oltre 800 cinghiali. Una caccia di selezione che non ha evitato la possibilità di incontrare ungulati per le strade di Monteolimpino e Ponte Chiasso.