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Sanità, infermieri italiani sempre più in fuga all’estero

Svizzera, Norvegia, Germania e Olanda le mete più ambite dai professionisti della salute

‘In aumento il gap con l’Italia, che a livello di retribuzioni non si è mossa di un solo millimetro negli ultimi anni’
(Keystone)
21 luglio 2024
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Niente di nuovo all’orizzonte, anche perché non ci sono elementi in grado di invertire una tendenza che va avanti da anni. Fuga è di infermieri italiani all’estero, fuga continuerà a essere. Anche se (ma non è chiaro quando) dovessero essere introdotti, gli incentivi economici da finanziare con la contestata ‘tassa sulla salute’ non freneranno l’esodo. Non c’è poi solo la Svizzera ad attirare sempre più infermieri italiani con lavori più gratificanti in termini di qualifica, orari e organici, oltre che per l’arcinota differenza di stipendi. Ora tutta l’Europa, con la Germania particolarmente ‘aggressiva’ sul mercato, punta a soffiare altri camici all’Italia, partendo dalle zone di confine.

‘I paesi europei puntano senza mezzi termini al rafforzamento dei propri sistemi sanitari’

A ribadirlo è stato Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato di categoria Nursing Up: “Mentre l’Italia, inspiegabilmente, forma e assicura cervelli e competenze per tutto il vecchio continente, i paesi europei ‘nostri vicini di casa’ puntano senza mezzi termini al rafforzamento dei propri sistemi sanitari. La parola specializzazione è quella che in questo momento accomuna le politiche sanitarie di paesi quali Svizzera, Germania, Olanda e Norvegia. Gli ospedali pubblici, in particolar modo, cercano infermieri strumentisti, infermieri di sala operatoria, infermieri pediatrici, infermieri che hanno lavorato in neurologia e infermieri esperti in terapia intensiva e reparti di emergenza-urgenza. Per coprire questi incarichi di responsabilità, i paesi appena citati hanno alzato decisamente il tiro delle proprie proposte economiche, aumentando vertiginosamente il gap con l’Italia, che a livello di retribuzioni per i professionisti dell’assistenza non si è mossa di un solo millimetro negli ultimi anni”. Aggiunge De Palma: “Abbiamo fatto una ricerca dettagliata, ricavando una panoramica delle offerte di lavoro aggiornate al mese di maggio. Le agenzie con cui siamo in contatto, quali Linguedo, Global Working e Man Power Svizzera ci hanno confermato che i professionisti italiani sono sempre i più graditi. Quando gli italiani presentano le proprie candidature c’è sempre la convinzione di essere di fronte a infermieri con una marcia in più”.

‘Le parole d’ordine sono talento e specializzazione’

Il presidente di Nursing Up aggiorna la ricerca di Germania, Olanda, Norvegia e Svizzera: “In Baviera, scatta la ricerca di infermieri per terapia intensiva e stroke unit. Si propone un corso di lingua gratuito, alloggio convenzionato a un prezzo molto basso offerto dall’ospedale, stipendio di 3’500 euro netti esclusi straordinari. Mai la Germania in passato aveva presentato offerte del genere ai professionisti sanitari stranieri. In Olanda lo stipendio medio può arrivare a 2’800 euro mensili netti. Si offrono contratti di diciotto mesi rinnovabili, la ricerca qui è addirittura rivolta a neolaureati italiani. Le proposte economiche di un altro pianeta sono però come sempre quelle di Svizzera e Norvegia. Un infermiere che lavora in Ticino può arrivare, secondo le nostre indagini recenti, a 4’500 euro netti mensili: le offerte che abbiamo visionato riguardano nel mese di maggio città come Lugano e Mendrisio, a due passi dall’Italia. Immaginate la legittima tentazione per un infermiere lombardo quale possa essere. La Norvegia è ben più lontana, ma i 60mila euro annui offerti, con alloggio e bollette pagate, sono un sogno da tenere in considerazione e non sono pochi i giovani professionisti della sanità italiana che hanno scelto la terra dei fiordi. In conclusione, l’Europa a differenza dell’Italia, pare avere compreso davvero quale sia la strada da percorrere per rilanciare i propri sistemi sanitari ed elevare il livello delle cure. Le parole d’ordine sono talento e specializzazione. La qualità delle prestazioni sanitarie, ovunque, può solo essere garantita dagli uomini e dalle donne con solide competenze, capaci di gestire elevate responsabilità e vincere le nuove sfide della salute globale”. Insomma, fuga è, fuga continuerà a essere.

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