Da febbraio il vecchio bonus, introdotto una ventina di anni fa, è stato cancellato per essere sostituito da un indennizzo che non piace
Anche nelle ultime ore i pendolari delle linee Chiasso-Como-Milano Garibaldi e Como Lago-Milano Cadorna, hanno dovuto fare i conti con ritardi e soppressione di treni. E ciò si traduce in un costo salatissimo che Trenord, società di gestione del traffico ferroviario lombardo e delle cinque linee transfrontaliere con il Canton Ticino, sino alla scorso gennaio aveva onorato, riconoscendo ai pendolari (lavoratori, frontalieri e studenti) uno sconto pari al 30% sul costo dell’abbonamento mensile e annuale. Da febbraio il vecchio bonus, introdotto una ventina di anni fa, per motivi economici (costava parecchi milioni di euro) è stato cancellato per essere sostituito da un indennizzo, bocciato sin da subito dai pendolari, ma ora anche dall’Autorità di Regolazione dei Trasporti. Una bocciatura che dovrebbe indurre Trenord a un ripensamento.
Lo si apprende da una nota di Assoutenti (Associazione di Tutela dei Consumatori e Utenti) della Lombardia e dei rappresentanti dei Comitati provinciali dei pendolari, fra cui quello Como-Chiasso-Lecco. Nella nota viene chiesto a Regione Lombardia e a Trenord di “adottare strumenti che consentano ai pendolari di ottenere rimborsi per ritardi e soppressioni almeno pari a quelli previsti fino a gennaio, fino a quando era in vigore il vecchio bonus, quello che scattava in automatico e per ritardi oltre i 5 minuti”. Oggi è invece in vigore un indennizzo per il quale bisogna fare richiesta e che scatta oltre la soglia dei 15 minuti di attesa.
“Abbiamo chiesto all’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Art) se le due modalità di rimborso (il bonus e l’indennizzo, ndr) risultassero incompatibili e se non fosse possibile utilizzare indicatori di qualità e valori di soglia più favorevoli agli utenti. La risposta avuta conferma che il bonus costituiva una fattispecie avente causa e natura diverse dall’indennizzo e che l’Autorità – a differenza di quanto dichiara laRegione – non ha emesso alcun provvedimento o direttiva che possa impedire la conferma di tale bonus”, hanno fatto sapere i portavoce dei pendolari. Per quanto riguarda la percentuale di riconoscimento dell’indennizzo, il valore di riferimento per il ritardo di 15 minuti e gli altri indici utilizzati per il calcolo del valore soglia, Art ribadisce che nulla costa ai gestori a considerare valori più stringenti. Relativamente ai treni parzialmente soppressi, Art ritiene che vadano ricompresi nel conteggio. Da qui la richiesta di pareggiare il vecchio bonus. Dalla loro i pendolari hanno il gruppo dem in consiglio regionale: “L’avevamo denunciato settimane fa: ora grazie al lavoro dei rappresentanti dei viaggiatori c’è la conferma dell’Art: la Regione e Trenord hanno scelto di penalizzare i pendolari e togliere un elemento di trasparenza. I bonus infatti erano anche un termometro dell’andamento del servizio, l’indennizzo invece no”. L’andamento del servizio, dati alla mano, si conferma dunque disastroso per viaggiatori e pendolari.