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Condannato a 5 anni il corriere della droga fermato al Gaggiolo

L’uomo, un 61enne di Trecate, trasportava 115 chilogrammi di cocaina. Al vaglio degli inquirenti la destinazione di quel traffico di stupefacenti

Sconterà la pena agli arresti domiciliari
(Ti-Press)
30 giugno 2024
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L'interrogativo su quale fosse la destinazione degli stupefacenti, resta senza risposta anche dopo la condanna del corriere di cocaina arrestato lo scorso novembre al Gaggiolo, in quanto al volante di un furgone che trasportava oltre 115 chilogrammi di polvere bianca. L'udienza preliminare in Tribunale a Varese terminata con una condanna a 5 anni di reclusione per il 61enne di Trecate (Novara), dipendente di una azienda del comasco (risultata estranea al traffico di droga), si è concentrata sul ruolo del corriere di stupefacenti, non ha approfondito (non era la sede adatta) la vicenda ancora (ovviamente) al vaglio della magistratura inquirente della Procura di Varese, che coordina gli accertamenti delle ‘Fiamme gialle’ in servizio al valico del Gaggiolo.

Fra le ipotesi, nell’immediatezza del sequestro (il più consistente di tutti i tempi nella fascia di confine), c'era anche quella che la cocaina (valore allo spaccio 11,5 milioni di euro, 5 milioni all'ingrosso) fosse destinata al mercato svizzero. Un’ipotesi che continua a essere presente negli appunti degli investigatori, così come i nominativi di alcuni personaggi, già coinvolti in operazioni per lo spaccio di cocaina. Incominciando da un misterioso (forse non più) ‘Gringo’, colui che la sera dello scorso 6 novembre aveva incaricato il 61enne di Trecate (conosciuto dalle forze dell'ordine in quanto sorpreso a spacciare stupefacenti nei boschi della droga del comasco) di noleggiare un furgone per trasportare mobili di valore dalla Val Trompia. Non era la prima volta che il 61enne effettuava trasporti di droga per conto di quest’uomo.

“Per questo viaggio mi aveva promesso un compenso, con il quale avrei potuto procurarmi cocaina per il consumo personale: ero quindi consapevole che sul furgone ci fosse la droga, ma non immaginavo che si trattasse di un quantitativo così elevato”. La confessione dell'uomo, tuttavia, non ha mai fornito precise indicazioni sulla destinazione dei mobili di valore (imbottiti di cocaina). Dopo la condanna con il rito abbreviato, per cui ha beneficato della riduzione di un terzo della pena (che sarebbe stata di sette anni e mezzo) è stato scarcerato in favore degli arresti domiciliari.

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